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Cronaca

I benefici del Dragon boat per le donne operate al seno: l'iniziativa con Rossano Galtarossa

L'evento di Unite Gareggiamo Ovunque sarà giovedì 17 maggio alle ore 18.30: si tratta di un'escursione in dragon boat alla presenza del già campione azzurro

Il Dragon boat come toccasana per la salute, una pratica sportiva che dona benefici in particolare per le donne operate al seno.

L'iniziativa

E' quello che emergerà nell'evento di giovedì 17 maggio: alla canottieri di via Polveriera a Padova, alle 18.30, infatti, si terrà "Unite gareggiamo ovunque". All'evento saranno presenti Valeria Mazzuccato, presidente U.G.O. Unite Gareggiamo Ovunque, Tania Saibene, chirurgo senologo, Istituto Oncologico Veneto IOV - I.R.C.C.S., Michele Galantucci, canottieri Padova, allenatore U.G.O., Rossano Galtarossa, direttore tecnico Canottieri Padova e Nicola Volpe, presidente ARCS. Con tutto lo staff le donne coinvolte sperimenterannoo, con prove pratiche e l'aiuto di Rossano Galtarossa, campione olimpionico di canottaggio e Michele Galantucci, campione italiano di canoa, i benefici del dragon boat (canoa monopala a 20 posti) e grazie al parere esperto di Tania Saibene, chirurga senologa IOV, capiremo perché questa disciplina fa bene alle donne operate di tumore al seno. A curare l'evento Silvia Pittarello per il Galileo Festival in collaborazione con le U.G.O. Unite Gareggiamo Ovunque, squadra di Dragon Boat delle donne operate al seno e con il Dipartimento di Matematica “Tullio Levi-Civita”.

I benefici del Dragon boat

Il Dragon Boat (canoa monopala da 20 persone) è una disciplina sportiva che sta aiutando le donne operate di tumore al seno a sopportare il “dopo malattia”, sia psicologicamente sia fisicamente, compresi i disagi del linfedema, il cosiddetto “braccio grosso”, che può insorgere dopo l’intervento al seno. Con le U.G.O. e con la guida esperta dei loro coach, Michele Galantucci, campione italiano di canoa, e Rossano Galtarossa, campione olimpionico di canottaggio, verrà fatta una prova in barca per capire come e perché questo sport fa bene. Valeria Mazzucato, presidente U.G.O., racconterà l’esperienza di questo straordinario team che quest’anno parteciperà ai campionati mondiali di Dragon Boat a Firenze, mentre la dottoressa Tania Saibene, chirurga senologa dello IOV - Istituto Oncologico Veneto porterà il suo parere medico/scientifico su questo sport.
Purtroppo la vita dopo un tumore al seno può essere difficile, anche per alcune mancanze del Servizio Sanitario Nazionale, che non offre particolare assistenza nella cura del linfedema. Un intervento chirurgico per tumore al seno può portare alla rimozione di uno o più linfonodi sotto l’ascella. Se i linfonodi rimasti non riescono a compensare quelli rimossi, il braccio dalla parte operata può gonfiarsi.  Il linfedema è un ristagno di liquidi che può interessare anche tutto l’arto, portare a limitarne i movimenti e, nei casi più gravi, a deformarlo. Studi clinici canadesi (cfr. MacKenzie, Abreast in a Boat. A race against breast cancer, 1998) hanno mostrato i benefici del Dragon Boat sulle donne operate al seno. Eppure questo sport non è riconosciuto dalla medicina come disciplina terapeutica stricto sensu e, quindi, solitamente non viene prescritta tra le attività che fanno bene e aiutano in certe affezione, come appunto il linfedema. Questa “possibilità alternativa” di star bene senza ricorrere all’ospedale resta, pertanto, poco conosciuta. Anche Unite Gareggiamo Ovunque è un evento di trasferimento tecnologico perché ha a che fare con l’accessibilità alle conoscenze e con le ricadute sociali ed economiche che comporta. Il passaggio di conoscenze, però, non avviene solo in modo unidirezionale, "dall’alto" degli istituiti di ricerca verso il basso, il pubblico. Può avvenire anche in senso contrario, e cioè “dal basso” verso l’alto dei centri di ricerca. Sensibilizzare le istituzioni sul tema del “dopo tumore al seno” è tra gli scopi delle U.G.O. di Padova. Il messaggio che dal basso e nel loro piccolo vogliono dare queste donne straordinarie è che “quando il Servizio Sanitario Nazionale conclude il suo compito e ‘dimette’ il paziente perché ‘clinicamente vivo’, se non si conoscono alternative all’ospedale, gestire il dopo può essere difficile dal punto di vista psicologico e fisico. Fortunatamente delle alternative ci sono. Una di queste si chiama U.G.O. Unite Gareggiamo Ovunque.”

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