Bimbo conteso prelevato a scuola Pm chiede archiviazione del caso
La madre aveva denunciato 5 persone dopo l'intervento coatto per riconsegnare il bambino al padre, finito alla ribalta delle cronache nazionali con un video girato durante l'accaduto. Per la procura non c'è reato
Nelle modalità con cui avvenne il prelievo forzato del ragazzino di Cittadella conteso dai genitori, i magistrati della Procura di Padova non ravvisano fatti di rilevanza penale, tanto che il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione del fascicolo d'inchiesta aperto dopo l'episodio dell'ottobre 2012, quando il bambino di 10 anni venne trascinato via da scuola per essere riconsegnato al padre come stabilito dalla corte d'appello di Venezia.
IL VIDEO CHE SCOSSE L'OPINIONE PUBBLICA. La vicenda finì alla ribalta delle cronache nazionali scuotendo l'opinione pubblica dopo che il video girato in quell'occasione da una zia del ragazzino, venne diffuso dalla trasmissione Rai "Chi l'ha visto?". Immagini forti, alle quali seguì anche la denuncia da parte della madre, dei partecipanti al "blitz". A finire nel registro degli indagati cinque persone, oltre al padre del bimbo, lo psichiatra che aveva diagnostico sul minore la discussa "sindrome da alienazione parentale", il responsabile dei servizi sociali, una funzionaria dell'ufficio minori della questura e la preside della scuola.
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LA DECISIONE FRA POCHI GIORNI. Secondo le conclusioni del pubblico ministero, considerati i tentativi già andati a vuoto per far eseguire l'ordinanza che disponeva l'affidamento del bambino al padre, il prelievo coatto, deciso come extrema ratio, non avrebbe violato comunque i criteri di adeguatezza e riservatezza fissati dalla corte d'appello. Alla richiesta di archiviazione si sono opposti i legali della madre del ragazzino. Il giudice, dopo aver ascoltato le parti in camera di consiglio, si è riservato la decisione tra alcuni giorni.
