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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Bracconaggio, Veneto sesta regione italiana. E i dati potrebbero essere peggiori

Nel Veneto sono stati registrati il 5% dei denunciati per reati venatori nazionali (sesta regione italiana)

Il CABS (Committee Against Bird Slaughter) è un'organizzazione per l'intervento e l'azione diretta. attraverso un intenso lavoro mediatico ha come obiettivo quello di sollevare l'attenzione dei cittadini europei sul tema del bracconaggio e della caccia in Europa. Lega Abolizione Caccia (LAC), Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), il WWF e la Lega Anti Vivisezione (LAV) sono alcuni dei partner con cui collabora in Italia. Cabs anche quest'anno ha messo a disposizione un report nazionale con un focus particolare sul caso Veneto. Un aspetto si evince chiaramente, mancano i controlli. 

Veneto

Nel Veneto sono stati registrati il 5% dei denunciati per reati venatori nazionali (sesta regione italiana). Vale però la pena rilevare come tali numeri in termini assoluti siano molto bassi, considerando alcune specificità del bracconaggio veneto. Si tratta, in particolare, del commercio illegale di uccelli vivi da richiamo (turdidi in special modo) provenienti anche da altre regioni (ivi comprese quelle del sud Italia), di uccelli morti per rifornire il mercato della “polenta e osei” e di tutta quella illegalità che ruota intorno alle cacce lagunari. A fronte dei 41.406 cacciatori vengono contrapposti appena 146 Agenti di vigilanza dipendenti da Enti locali.

Bracconaggio

La veemenza del bracconaggio è evidenziata dal fatto che il Veneto ospita ben 2 blackspots del bracconaggio, le prealpi e il delta del Po. Ai 41.406 cacciatori regionali si devono inoltre aggiungere quelli che provengono da altre regioni per la specifica caccia nelle valli – aziende faunistico venatorie, molto quotata fra i cacciatori VIP. A fronte di questi numeri la Polizia provinciale è passata da 188 agenti a 146 effettivi, mentre il numero di denunce si è dimezzato, dalle 173 del 2009 alle 99 del 2019.

Vigilanza

La Regione ha disposto l’istituzione di un corpo di vigilanza regionale nel 2017 e nel 2019 ha dichiarato di volersi attivare per incrementare il personale preposto alla vigilanza venatoria, ma per il momento, a parte la dichiarazione di intenti, non è stato fatto nulla. Secondo le Procure, aiutandosi con la media dei dati fra 2017 e 2018, in questi ultimi due anni sono stati aperti 124 procedimenti penali all’anno con 154 denunciati. I CCFF nel 2018 hanno denunciato 35 persone in 29 denunce. Incredibilmente sul Delta del Po, dove le illegalità sono all’ordine del giorno e a portata degli occhi e orecchi di chiunque, le denunce annuali si contano sulle dita di una mano.

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