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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

BusItalia, altri diciassette autisti lasciano: hanno scelto di andare a lavorare al sud

«Si evidenzia - spiega il segretario di Adl Cobas, Stefano Pieretti - che c’è una notevole sofferenza per i lavoratori qui, non tanto per lo stipendio ma per le condizioni di lavoro che sono diventate insostenibili»

Altri diciassette autisti lasciano BusItalia Veneto. Tredici per trasferirsi a Palermo e quattro a Venezia nelle rispettive aziende di trasporto pubblico. Questi diciassette si aggiungono ai venti che hanno lasciato l'azienda a fine anno ed eventualmente agli altri sedici dei venti che sono in attesa di sapere se le loro domanda, sempre ad Actv di Venezia, sarà accettata. «Si evidenzia - spiega il segretario di Adl Cobas, Stefano Pieretti - che c’è una notevole sofferenza da perte dei lavoratori qui, non tanto per lo stipendio ma per le condizioni di lavoro che sono diventate insostenibili. Quelli che andranno in Sicilia o si trasferiranno a Venezia vedranno la loro paga accresciuta di poco ma è la qualità della loro vita che andrà a migliorare». La retribuzione per gli autisi di BusItalia è di mille e cento euro al mese. 

Qualità vita

Uno dei punti critici è dato dalla cosiddetta disponibilità, una reperibilità mascherata, che altre aziende non impongono. Ma in discussione c'è anche l'organizzazione dei turni. «Il turno di sei ore e mezza si trasforma in dieci ore se non più perché ci sono delle pause dopo una serie di corse, che non sono fatte per far riposare l’autista ma per cambiare mezzo. Le attese non sono brevi però, quindi la giornata lavorativa si allunga sensibilmente. Secondo BusItalia si rende più efficace il servizio e si risparmia, ma lo si fa a carico dei lavoratori naturalmente, e a scapito degli utenti».

BusItalia

Da tre, quattro mesi, si sono persi più di trenta autisti, altri si rischia lascino: «O questa azienda  - afferma Pieretti riferendosi a BusItalia Veneto - pensa di collaborare con le organizzazioni sindacali per migliorare il servizio e le condizioni dei lavoratori oppure si continueranno a tagliare corse, come sta accadendo soprattutto nell’extraurbano».

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