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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Vigonza

Cassa nel lago di Garda: forse c'è il cadavere pornostar scomparsa

Il ritrovamento a Brenzone. I sospetti della polizia sulla sparizione di Federica Giacomini, in arte Ginevra Hollander, attrice 43enne di film hard. Non si sa più nulla da Capodanno, quando chiamò i genitori a Vigonza

L'hanno già battezzata "la svolta" sul caso della pornostar scomparsa e solo gli accertamenti delle prossime ore potranno chiarire se effettivamente il mistero è stato risolto. Purtroppo nel peggiore dei modi: i sommozzatori dei vigili del fuoco e la polizia di Vicenza sono intervenuti martedì nelle acque della sponda veronese del lago di Garda, dove un involucro contenente resti umani è stato ripescato a 100 metri di profondità.

IL CADAVERE. Una cassa di plastica è stata riportata in superficie nel pomeriggio a Castelletto di Brenzone, seguendo le indicazioni precise di una persona che avrebbe visto gettare in acqua qualcosa di voluminoso da Franco Mossoni, l'ex compagno di Federica Giacomini, in arte "Ginevra Hollander", 43enne attrice professionista di film hard, scomparsa da gennaio. Della donna non si hanno più notizie dal Capodanno scorso, quando chiamò i genitori a Vigonza per far loro gli auguri. Mossoni, bresciano di 55 anni condannato nel 1978 per l’omicidio di un idraulico, è rinchiuso da febbraio in una casa di cura psichiatrica dopo che aveva “assaltato” l’ospedale vicentino travestito da Rambo e con una pistola giocattolo in mano.

LE INDAGINI. Le spoglie, avvolte in sacchi di cellophane neri, stretti con nastro adesivo, sono state portate all'istituto di medicina legale dell'università di Padova. Se gli esami confermeranno il sospetto che si tratti di Ginevra, troveranno risposta le tante domande che gli investigatori hanno tentato inutilmente di porre a Mossoni. "Federica stava con me, ma ormai è finita..." è l'unica frase, ripetuta come una litania, che l'uomo ha detto in questi mesi, anche di fronte alle contestazioni sempre più stringenti: prima il sedile dell'auto, ritrovata nel veronese, sostituito con una sedia a sdraio, poi le tracce di sangue scovate su altre parti della vettura. Quando la polizia aveva perquisito il suo appartamento, affittato e pagato da Francesca, così come tutti i conti della coppia, vi aveva trovato balestre, coltelli, indumenti femminili e carte che facevano riferimento alla compagna.

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