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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Zone arancioni e cantieri: «I lavoratori devono poter mangiare subito con pasti caldi»

Boschetto (Confartigianato) lancia il grido di allarme: ci sono oltre 21mila dipendenti del comparto edile che lavorano nei cantieri per pochi giorni e devono pranzare al freddo

Potenzialmente a Padova ogni giorno ci sono oltre 21mila lavoratori di imprese artigiane del comparto edile (edilizia, manutenzione verde, installazione di impianti e serramentisti) che lavorano nei cantieri lontano dalla sede dell’impresa e da casa che hanno bisogno di un pasto caldo, di potersi sedere e usufruire dei servizi. In particolar modo in un periodo come quello invernale caratterizzato da giornate fredde come quelle degli ultimi giorni, dove le lavorazioni in cantiere diventano di per sé già più complicate del solito, il diritto ad un pasto caldo diventa ancora più importante.

Pasti caldi

«Dal Veneto artigiano parte un appello al Governo – afferma Roberto Boschetto Presidente Confartigianato provinciale e regionale-: conceda anche nelle Regioni arancioni e rosse, a bar, ristoranti, trattorie etc la possibilità di fornire a pranzo pasti caldi ai nostri lavoratori che ogni giorno operano nei cantieri, sempre garantendo le condizioni igieniche e di contrasto alla diffusione del Covid-19, anche il loro consumo sul posto, senza la necessità di un contratto continuativo scritto».

Richieste sempre più forti

«Stiamo assistendo – afferma Giovanni Varotto, Coordinatore del Sistema Casa di Confartigianato Imprese Padova– ad una richiesta che ci viene fatta sempre più spesso in questi ultimi giorni da parte dei nostri collaboratori, ma questa necessità l’abbiamo anche noi titolari che ogni giorno andiamo con loro in cantiere. Il divieto di consumo sul posto per le trattorie, bar e ristoranti previsto dal permanere del Veneto in zona arancione comincia a pesare sempre di più, giorno dopo giorno. Se inizialmente abbiamo “tamponato” con panini preparati a casa, con il ripristino della famosa “gavetta”, ora la situazione comincia a diventare veramente difficile. Il problema non è banale ed interessa 21.700 addetti che operano nelle 11.200 imprese artigiane attive nei settori più coinvolti dai cantieri: quello edile, della manutenzione del verde, della installazione degli infissi e gli installatori di impianti».

Breve durata

«In cantieri di breve durata come i nostri diventa impossibile predisporre una zona riscaldata per il consumo del pasto in loco, con tutti i requisiti igienico sanitari, ma basti pensare anche ai restauri di chiese o ville storiche, anche lì diventa impensabile poterlo fare. Siamo ben consci – continuano – che le attività delle mense e dei catering continuativi su base contrattuale sono consentite, ma per le attività come le nostre che prevedono lo spostamento da un cantiere all’altro e il permanere per pochi giorni dei nostri collaboratori negli stessi cantieri, diventa pressoché impossibile organizzarsi in tal senso, diventa impossibile stipulare contratti con l’una o l’altra mensa non sapendo nemmeno per quanto tempo staremo in una zona rispetto ad un’altra, questa misura può andare bene per le imprese che hanno una sede fissa».

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