Sanità, carenza di personale negli ospedali dell'Ulss 17-Bassa padovana
Il personale sanitario costretto a turni massacranti per coprire ferie, malattie o infortuni dei colleghi. Cisl-fp punta il dito contro l'accorpamento di alcuni reparti e chiede l'apertura di un tavolo sindacale: "L'ulss 17 assuma nuovo personale"
Ospedalieri costretti a saltare i turni di riposo per coprire i colleghi in ferie, malati o infortunati. Succede nelle strutture dell'Ulss 17 della Bassa padovana dove, secondo i rappresentanti sindacali di Cisl-Funzione pubblica, si sta rischiando il collasso del sistema per via delle croniche carenze di personale sanitario. Attualmente l’organico dell’Ulss 17, di poco superiore alle 1500 unità, sarebbe identico a quello di dieci anni fa nonostante l’aumento di servizi e attività.
“La direzione dell’Ulss 17 ha scelto unilateralmente di procedere all’accorpamento di alcuni reparti - spiegano Alessandro Piovan e Francesco Bernardinello di Cisl – per ovviare alla mancanza di personale senza concordare il piano ferie con le organizzazioni sindacali”. I rappresentanti sindacali ricordano l'accorpamento all’hospice di Montagnana e la riduzione dell’attività all’Unità operativa di Oncologia medica, o all’Ortopedia estense, dove sono stati ridotti i posti letto dalla metà di giugno.
“La contrazione delle attività ha provocato disagi all’utenza e al personale senza produrre benefici in termini di organizzazione del lavoro – continuano Piovan e Bernardinello - Il pesante deficit di organico ha avuto conseguenze ancora peggiori nelle Unità operative di Medicina, Orl, Neurologia e al Servizio Psichiatrico, dove si sta sperimentando da quattro mesi l’applicazione del turno biologico, che prevede undici ore di stacco tra un servizio e l’altro. Si stanno verificando gravi disfunzioni organizzative, un forte aumento dei carichi di lavoro e dello stress, proprio per l’impossibilità di usufruire appieno delle giornate di riposo”.
La Cisl ha quindi chiesto alla direzione generale dell’Ulss 17 l’apertura di un tavolo sindacale. “I problemi non si risolvono - concludono - ricorrendo alle esternalizzazioni o sottoscrivendo contratti di collaborazione professionale”.