Caso Scalabrin: Unione Inquilini porta la protesta in consiglio comunale
Nessuna risposta da parte dell'amministrazione. Scalabrin continua a passare tutte le notti in automobile
All'Auditorium S. Michele di Selvazzano martedì 30 novembre si è svolto il Consiglio comunale, dove Unione Inquilini si è presentata accompagnando il signor Sergio Scalabrin, dopo tante notti passate all'addiaccio in auto dopo lo sfratto.
Consiglio comunale
Prima dell'inizio è stato distribuito un comunicato dell'Unione Inquilini e Sacra Casa Sacra Famiglia. «Adesso tutti, inclusa la giunta e i consiglieri comunali, conoscono e non possono dire che non sanno, e hanno tutti gli elementi per prendere posizione ed attivarsi», commenta Cesare Ottolini di Unione Inquilini. «Il signor Scalabrin, sfrattato per la vendita all'asta dopo il fallimento incolpevole della sua impresa, è una persona mite di 70 anni, che lavora dall'età di 8, malato con gravi patologie e invalido all'80%, abbandonato da tutti, moglie e tre figli compresi», ricorda. Ottolini sottoline anche che tutte le proposte di soluzione sono valide non solo per questo caso, ma anche per altri sfrattati e pignorati nel Comune: «Alloggi ATER di emergenza, anziché venderli, oppure di proprietà IRA, tra quelli sfitti, favorire la locazione a canoni sopportabili di una parte degli oltre 1600 alloggi sfitti nel territorio. Invece, non è una soluzione l'unica proposta dal sindaco: mandare il signor Scalabrin in un B&B a Rovolon a 480 euro al mese, più i pasti, cioé quanto prende di pensione».
Richieste
«Tutti hanno appreso direttamente, non solo attraverso i social e la stampa, che lo sfratto del signor Scalabrin senza rialloggio adeguato, e degli altri sfratti come il suo, violano la normativa sui diritti, il diritto alla casa e alla salute in primo luogo, stabiliti dalla L. 881/1977 di ratifica del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali. Il sindaco, in quanto responsabile della salute dei cittadini ai sensi della L. 833/1978, ha l'obbligo di intervenire, e l'assenza di risposte costituisce violazione dei principi umani e del buongoverno, e configura l'omissione di soccorso. Il sindaco può agire, in assenza di alternativa, anche con ordinanze di requisizione contingibili ed urgenti come, negli anni scorsi, fece il sindaco di Padova», ha spiegato ai consiglieri comunali di Selvazzano, Ottolini. Nessuna risposta del sindaco Giovanna Rossi, che insieme ai consiglieri di maggioranza presenti è uscita frettolosamente frettolosamente dall'aula. Per Scalabrin si profila l'ennesima notte in auto.