
Il quartiere fieristico di Padova
Centro congressi, Provincia fuori: il Comune acquista 3 milioni di azioni
La Provincia non ha esercitato il proprio diritto di opzione e così Palazzo Moroni ha deciso di esercitare la prelazione sulle azioni di Fiera di Padova Immobiliare spa. Conferendo beni immobili non verserà denaro
Con la Provincia che - dopo un lungo percorso condiviso - è voluta infine rimaner fuori dai giochi per questioni , a finanziare l'aumento di capitale sociale di Fiera di Padova Immobiliare Spa utile alla realizzazione del nuovo centro congressi ci hanno pensato, dopo la Camera di commercio, anche l'altro socio, il Comune di Padova. legate alla trasparenza della sostenibilità finanziaria dell'opera
IL VERSAMENTO IN BENI IMMOBILI. La Camera di Commercio aveva già deliberato il proprio diritto di prelazione lo scorso 23 luglio per l'intero importo rimasto inoptato: 6milioni e 250mila euro. Adesso è stata seguita, a ruota, da palazzo Moroni: la giunta ha dato l'ok all'acquisto di 3milioni 125mila euro di azioni. In concreto il Comune non deve fare alcun versamento in denaro, in quanto con il conferimento dei beni immobili ha già "versato" un valore pari a 8milioni 42mila euro superiore al 25% dell'aumento di capitale sottoscritto.
COSA PREVEDEVA L'AUMENTO DI CAPITALE. In base all'accordo tra Comune, Provincia e Camera di commercio per la realizzazione del centro congressi nell'area della Fiera, il 31 maggio 2012 è stato approvato "l'aumento del capitale sociale di Fiera di Padova Immobiliare Spa mediante emissione di 31milioni 250mila azioni ordinarie del valore nominale di 1 euro ciascuna, da offrirsi in opzione ai Soci in proporzione alle partecipazioni detenute nel capitale sociale e con previsione della facoltà per i soci di liberare l'aumento di capitale, anche parzialmente, mediante conferimento in natura di beni immobili". In quella data i soci Comune di Padova e Camera di commercio di Padova hanno dichiarato di esercitare integralmente il diritto di opzione di 12milioni 500mila euro ciascuno e di esercitare in parti uguali la prelazione "per la sottoscrizione di quanto risultasse eventualmente lasciato inoptato dalla Provincia di Padova".