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Cronaca Campodoro / Via Ceresone

La Haier chiude i battenti: 102 lavoratori finiscono senza lavoro

La società cinese leader nella produzione di frigoriferi dovrà cessare l'attività a Campodoro: il general manager Albrizio ha comunicato per i dipendenti la Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs)

C'è ancora aria di crisi nel Padovano e perfino uno dei colossi cinesi chiude i battenti. E' la Haier Appiances Spa, multinazionale leader nella produzione di elettrodomestici fondata nel 1984 e che a Campodoro in via Ceresone ha aperto uno stabilimento nel secondo millennio.

CHIUSURA. A comunicare l'inevitabile chiusura dell'attività, il general manager Francesco Albrizio, che ha anche affrontato il dolente tasto della sorte dei 102 lavoratori dell'azienda: la Cassa integrazione guadagni straordinaria. "Haier è consapevole dell’impatto sociale di questa inevitabile decisione ed è una azienda responsabile e corretta – ha sottolineato – Vogliamo confrontarci con i rappresentanti dei nostri lavoratori e con le organizzazioni sindacali per identificare tutte le soluzioni praticabili per limitare le conseguenze sui nostri dipendenti".

INVESTIMENTI. E dire che le possibilità della società sembravano promettere bene, tanto che i copiosi investimenti del 2001, all'apertura nel Padovano, e poi del 2012 con il lancio di un nuovo frigorifero di ultima generazione sembravano aver scacciato venti di crisi. E invece il mercato sempre più fermo e la concorrenza sempre più agguerrita ha fatto col tempo scemare le speranze dei dipendenti, condannati ora a restare a casa con all'orizzonte solo il futuro incerto.

CONFINDUSTRIA PADOVA. "Casi come Haier e altri ancora - commenta il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco - dolorosi per i lavoratori e per chi ha creduto e investito nel progetto industriale, oltre all’impegno a ricercare soluzioni, devono aprirci gli occhi, farci capire che le regole del gioco sono cambiate, che competiamo in un mondo diverso e instabile, con opportunità che si creano, altre che vengono meno e dobbiamo adattarci. Soprattutto devono spronarci a cogliere e a valorizzare le occasioni ovunque ci sono e in qualunque momento. Vuol dire organizzazioni aziendali più flessibili, disponibilità nei fine settimana, in cambio di premi legati ai risultati, pacchetti di welfare, investimenti in formazione per portare a casa nuovi ordini, crescere e recuperare produttività e lavoro. È questa la nuova via dell’industria, la sfida comune che solo insieme possiamo vincere". 

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