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Davanti a palazzo Moroni per sensibilizzare su quanto accade sul confine turco siriano

Coalizione Civica per Padova promuove e convoca un presidio per Afrin, la città siriana a maggioranza curda sotto attacco dell'aviazione della turca nel silenzio generale

I bombardamenti delle forze armate turche verso il popolo curdo siriano nel cantone di Afrin si sono intensificati e la situazione è ormai fuori controllo. Dopo aver votato all'unanimità in assemblea una mozione di condanna al massacro che sta avvenendo, viene convocato anche a Padova, come in molte altre città, un presidio di fronte a palazzo Moroni, per Afrin e per agire per fermare il massacro. Appuntamento lunedì 12 marzo alle 17.30.

Afrin

Afrin è uno dei tre cantoni del Rojava, dove da anni ormai i curdi, assieme agli altri popoli che abitano la regione, stanno provando a costruire una società basata su alcuni punti fermi che vanno dalla liberazione e dal protagonismo delle donne alla convivenza pacifica di tutte le culture e religioni, passando per un rapporto ecologico con la terra e per una giusta redistribuzione delle ricchezze. Dopo la forte resistenza all’ISIS e la sua sconfitta in quelle zone, da quasi due mesi la stessa Turchia sta attaccando Afrin e il Rojava con tutta la propria forza, per impedire che un progetto democratico diventi stabile nella zona. Sono state uccise decine di persone e centinaia sono i feriti, di cui la maggior parte donne e bambini.

L'esercito turco

Ora l’esercito turco è alle porte della città, nelle periferie sono già in corso ulteriori bombardamenti. Nel suo comunicato, Coalizione Civica, esprime il proprio disappunto su quanto accade di gravissimo dal punto di vista della violazione dei diritti umani: "Chiediamo con forza alla comunità internazionale e all’Unione Europea di non girarsi ancora dall’altra parte, di far cessare subito l’invasione dell’esercito turco nei cantoni del Rojava, di imporre una no fly zone che fermi i bombardamenti aerei. Chiediamo alle nostre istituzioni locali di intervenire e far pressione sul governo per impedire che la politica di aggressione di Erdogan, contraria ad ogni norma internazionale, possa proseguire. Chiediamo di fermare subito la strage ed il genocidio del popolo curdo".

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