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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Torreglia / Via Vallarega

Colli Euganei assediati dai cinghiali, distrutto campo di soia. Agricoltore: "Presi in giro"

Continua la devastazione delle colture agricole nel Padovano. L'ultima denuncia dell'imprenditore Ivano Ravazzolo: "Almeno una ventina di animali hanno distrutto la semina, due volte. A noi i cinghiali rubano una parte sempre più consistente del nostro reddito"

Continua la devastazione delle colture agricole in tutta l’area dei Colli Euganei ormai assediata dai cinghiali. Ogni giorno Coldiretti Padova raccoglie le segnalazioni e le proteste degli imprenditori ormai esasperati e impotenti, ma anche arrabbiati per il silenzio e le incertezze delle istituzioni, a partire dal Parco Colli e dalla Regione che di recente ha commissariato l’ente.

DENUNCIA AGRICOLTORE. Fra le tante storie di danni e distruzione spicca quella di Ivano Ravazzolo, titolare di un’azienda agricola a Luvigliano di Torreglia, in via Vallarega, letteralmente presa d’assalto dai cinghiali ormai da anni. I suoi 15 ettari di vigneto e seminativo rischiano di diventare terreno incolto per le continue scorribande di branchi di cinghiali: "La notte scorsa – racconta – almeno una ventina di animali hanno distrutto la soia che avevo seminato per la seconda volta, sempre per causa loro. Il branco ha scorrazzato liberamente sul terreno distruggendo tutto. Si tratta di cinque ettari di soia che non crescerà mai perché a questo punto è troppo tardi per seminare di nuovo, con il rischio di perdere tutto per la terza volta. Cinque ettari di soia sono almeno cinquemila euro di mancato guadano per la mia azienda, senza contare le spese sostenute per la doppia semina. Denaro buttato, come del resto è sprecato il tempo passato a chiamare il Parco Colli ad ogni episodio. Dagli uffici arrivano sempre le solite risposte dopo numerosi solleciti. Mi dicono che sono in corso le catture e che di più non possono fare".

"PRESI IN GIRO". L'agricoltore poi continua: "Mi hanno consigliato di recintare l’azienda con il filo elettrico ma stiamo parlando di 15 ettari, è impossibile poi gestire una simile recinzione. Adesso che ho perso la soia tempo per il vigneto, perché con la maturazione dalle prossime settimane sicuramente i cinghiali lo prenderanno d’assalto. Intanto devo anche rifare le scoline per l’acqua distrutte dal continuo passaggio dei cinghiali. Nella mia condizione si trovano molti altri agricoltori, tutti arrabbiati e delusi per il silenzio delle istituzioni e della politica che non sa andare oltre le promesse. A noi i cinghiali rubano una parte sempre più consistente del nostro reddito, una fetta di stipendio che nessuno ci restituirà più. Basti pensare – continua l’imprenditore – che per il 2011 e 2012 ho diritto ad un indennizzo di ben 365 euro. Una cifra ridicola che non ripaga nemmeno le spese per le raccomandate e il tempo perso fra ispezioni e contatti con gli uffici. Ci sentiamo presi in giro".

SERVE UN PIANO. Federico Miotto, presidente di Coldiretti Padova commenta amaro: “Non penso ci sia molto da aggiungere di fronte a queste testimonianze drammatiche, se il Parco c’è che batta un colpo, se la Regione ci tiene alla nostra agricoltura non dovrebbe perdere un altro istante in più. Invece siamo alle solite: le catture sono insufficienti, non basta togliere qualche decina di esemplari, serve un piano più efficace, bisogna dare un segnale concreto a questi imprenditori sull’orlo del fallimento. Da due settimane il Parco è commissariato ma non vediamo segnali positivi all’orizzonte. Intanto i cinghiali proliferano indisturbati senza che nessuno abbia la più pallida idea di come intervenire. E’ vergognoso e inaccettabile".

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