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Cronaca Trebaseleghe

In coma dopo la puntura, esami "abusivi" su altri pazienti nello studio di Trebaseleghe

Si estende l'inchiesta che vede indagato per lesioni colpose gravissime e violazione del testo unico delle leggi in materia sanitaria un camice bianco con ambulatorio nel comune padovano

Non era la prima volta: diversi altri pazienti - come riportano i quotidiani locali - si sarebbero sottoposti alle cure invasive del medico 67enne specialista in anestesia e rianimazione, con studio a Trebaseleghe, indagato per lesioni colpose gravissime e violazione del testo unico delle leggi in materia sanitaria.

PAZIENTE IN COMA DOPO LA PUNTURA. Tutto ha avuto inizio il 29 gennaio 2015, quando una donna spagnola ma residente nel Padovano di 74 anni che si era rivolta al camice bianco per curare una lombocruralgia e si era sottoposta ad una terapia antalgica nel suo ambulatorio, finì in coma dopo una puntura di cortisone praticata dal medico. Dopo la cura la paziente avrebbe avvertito prima un cedimento alle gambe, poi un annebbiamento della vista, infine sarebbe svenuta, sprofondando in un coma irreversibile.

LA DENUNCIA DEL MARITO. Dopo l'accaduto, il marito, assistito dall'avvocato Fabio Pavone, aveva presentato una denuncia. Il consulente incaricato dalla Procura - e, come lui, i medici legali della famiglia - avrebbe individuato in un errore durante l'esecuzione della puntura di cortisone (il medico avrebbe perforato la dura madre) la causa dell'ipossia e dell'ischemia encefalica all'origine dello stato vegetativo in cui versa la donna.

STUDIO SEQUESTRATO. Titolare dell'inchiesta è il sostituto procuratore Francesco Tonon, che ha chiesto ed ottenuto da parte del gip Mariella Fino il sequestro preventivo dell'ambulatorio medico di Trebaseleghe. I sigilli sono stati applicati a seguito di un controllo eseguito lo scorso 23 marzo dai carabinieri del Nas, che avrebbero accertato la mancanza dell'autorizzazione dell'Ulss 15 a praticare piccoli interventi chirurgici all'interno dello studio del medico.

ALTRI PAZIENTI. A seguito delle indagini - come riportano i quotidiani locali - è emerso che, nonostante l'assenza di permessi da parte dell'Ulss, diversi altri pazienti si sarebbero sottoposti ad interventi chirurgici all'interno dell'ambulatorio del medico. Il camice bianco avrebbe presentato richiesta di dissequestro dello studio, che, tuttavia, non gli sarebbe stato accortato.

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