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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Concorso a palazzo Moroni, assolti l'avvocato Antonio Greco e l'ingegner Emanuele Nichele

Si conclude con la formula più ampia della sentenza di innocenza la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolti l'ingegner Emanuele Nichele, dirigente del settore lavori pubblici del comune di Padova e l'avvocato Antonio Greco

Assolti perchè il fatto non sussiste. Si conclude con la formula più ampia della sentenza di innocenza la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolti l'ingegner Emanuele Nichele, dirigente del settore lavori pubblici del comune di Padova e l'avvocato Antonio Greco. I due professionisti erano accusati, secondo il giudice per l'udienza preliminare, di reati contro la pubblica amministrazione: l'ipotesi accusatoria, già caduta nella parte della teorica corruzione prima del rinvio a giudizio, è definitivamente crollata al pronunciamento della sentenza da parte del Gup Claudio Marassi.

Soddisfazione

«Aspettavo con ansia questo giorno da quasi tre anni - ha commentato l'avvocato trevigiano Antonio Greco - La sentenza del Tribunale di Padova definisce una situazione kafkiana che ha provocato troppo ingiusto dolore in me e nella mia famiglia. Da avvocato, con la serenità e la consapevolezza proprie di chi ogni giorno combatte le ingiustizie, ho sempre confidato in questa decisione, ben sapendo di essere completamente estraneo ai fatti che erano stati contestati, e di aver svolto con ineccepibile diligenza il mio ruolo di commissario. Non avevo il minimo dubbio che la verità del processo sarebbe prevalsa sull’infamia delle accuse anonime. Proprio per questo ho chiesto io stesso di essere giudicato rinunciando a tutte le garanzie difensive del dibattimento. In casi come il mio, e purtroppo ce ne sono, è doveroso assicurare una effettiva tutela della presunzione di non colpevolezza, che è l’essenza del principio di libertà e uguaglianza, affinché la nostra cultura giuridica non sia piegata al giacobinismo e i processi non si facciano in piazza anziché nei tribunali. A tutti coloro che ritengono di essere stati ingiustamente accusati, dico di credere in sé stessi e nella propria innocenza, negli avvocati e nei giudici. Non serve andare a Berlino, a Padova un giudice c’è».

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