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Cronaca

Concorso truccato a Medicina, a processo professore e studentessa

Presunte irregolarità nel test d'ammissione alla scuola di Chirurgia plastica. Il docente avrebbe passato le tracce alla giovane dottoressa. Il padre le avrebbe garantito un posto "riservato" con un finanziamento

Lui professore, lei neodottoressa alle prese con il test d'ingresso per essere ammessa alla scuola di specializzazione di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica di Udine, confederata con la paritetica di Padova. Entrambi erano finiti nel mirino della Guardia di Finanza per presunte irregolarità nel concorso per l'ammissione. Il docente, di 53 anni, avrebbe passato alla 30enne studentessa triestina le tracce del compito in anteprima.

PROCESSO. I fatti risalirebbero all'anno accademico 2011-2012. Il giudice dell'udienza preliminare, Cristina Cavaggion, come riportano i quotidiani locali, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero Sergio Dini, respingendo le eccezioni addotte dalla difesa, affidata all'avvocato Rodolfo Bettiol, e relative all'inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche.

L'"AIUTINO" DEL PAPÀ. Il processo sarebbe stato fissato per il prossimo 10 febbraio. Il professore, che faceva parte della commissione esaminatrice, sarebbe accusato di abuso d'ufficio in concorso con la specializzanda. I due sarebbero entrati in contatto e lui le avrebbe anticipato le domande. A suscitare i sospetti degli inquirenti ci sarebbe stato anche un finanziamento erogato dal padre della studentessa stessa, un imprenditore del settore biomedicale. Per legge è infatti ammesso l'aumento del numero chiuso di ammissioni al corso di specializzazione, se finanziato da privati. La particolare coincidenza che si trattasse di un diretto familiare della beneficiaria, aveva messo quindi sull'attenti la magistratura euganea.

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