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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Loreggia

Stupro in discoteca: confermata la condanna a 6 anni di carcere per il 27enne

La Corte d'Appello di Venezia ha confermato la decisione del Tribunale di Treviso, giudicando colpevole il 27enne di Loreggia di aver violentato una 15enne in discoteca

Niente sconto di pena per Filippo Roncato, il 27enne di Loreggia che la sera del 21 agosto del 2015, all'interno della nota discoteca "Baita al Lago" di Castelfranco Veneto (Treviso), ha violentato una 15enne dell'Alta padovana.

La condanna

Nelle scorse ore, infatti, come riporta TrevisoToday, la Corte d'Appello di Venezia ha confermato la condanna a 6 anni di reclusione per il rampollo di una nota famiglia di imprenditori del settore del mobile di Loreggia, così come deciso nel 2019 dal Tribunale di Treviso. Una decisione, quella di giudici della Corte, che non è piaciuta però all'avvocato difensore di Roncato che ha subito dichiarato che verrà effettuato ricorso presso la Corte di Cassazione. Più fortunato, invece, l'amico di Roncato coinvolto nella vicenda in quanto aveva impedito ad un'amica della 15enne di intervenire in suo soccorso. Come riporta "la Tribuna", Giulio Peschetola è stato infatti oggetto di uno sconto di pena: da un anno di reclusione per violenza privata la pena è stata dimezzata a 6 mesi. Diverso, invece, il discorso relativo ai risarcimenti in ambito civile, ancora di competenza del Tribunale di Treviso che inizialmente aveva previsto una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro per Roncato e di 5mila per Peschetola. 

I fatti

«Mi ha portato in una zona isolata della discoteca - aveva raccontato la giovane - e lì ha iniziato a baciarmi e palpeggiarmi, poi mi ha costretto a spogliarmi e mi ha imposto un rapporto sessuale completo». Il racconto era stato confermato anche dall'amica, la ragazza che aveva tentato di correre in suo aiuto e che Peschetola avrebbe trattenuto lungo la scalinata che permette di accedere al giardino esterno, poco lontano da dove si stava compiendo lo stupro. «Non è stata violenza, è stato un rapporto sessuale tra consenzienti»: è stata la tesi del 23enne, difeso dagli avvocati Fabio Pavone e Manuela Turcato. A confermarlo una foto, scattata successivamente all'orario in cui sarebbe stata perpetrata la violenza. Si tratta di selfie ripreso da una persona che lavorava alla Baita al Lago e che ritrarrebbe nello sfondo Roncato insieme alla sua vittima all'interno della discoteca, abbracciati e intenti a scambiarsi delle effusioni. Ma per il collegio dei giudici lo stupro della ragazza, che si è costituita parte civile difesa dall'avvocato Umberto Pauro, è avvenuto come sostenuto dall'accusa, che aveva chiesto 7 anni per Roncato e 2 per Peschetola.

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