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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ospedali / Via Cesare Battisti

Parapiglia all'osteria, il sedicente politico pretende persino lo sconto

Sabato 21 dicembre, al ristorante Sette Vizi di Padova, un gruppo di commensali ha scatenato il finimondo. A fine serata, uno di loro ha imposto il prezzo da pagare: "È troppo, sono consigliere comunale"

Hanno affidato a Facebook lo sfogo per quanto accaduto nel loro ristorante, l'osteria Sette Vizi di via Cesare Battisti a Padova. "Ecco cosa hanno combinato professionisti e assessori dopo essersi fatti il conto da soli", commentano i gestori sul profilo, con tanto di foto a palesare le condizioni in cui quel sabato sera (lo scorso 21 dicembre) versava il loro locale.

COMMENSALI SCATENATI. "Hanno prenotato per 15 persone e si sono presentati in 25, un'ora dopo rispetto a quanto concordato - racconta il titolare - ma abbiamo lasciato stare, anche perché, di questi tempi, ordinazioni in più sono ben gradite. Gli ho spiegato che, dato l'orario, se avessero ordinato portate più o meno simili saremmo riusciti ad ottimizzare il servizio, e loro hanno accettato". Solo che poi nel ristorante è successo il finimondo: "Hanno rubato due pacchi di biscotti, si sono lanciati addosso arachidi, sono spariti due schiaccianoci, hanno rotto bicchieri", si lamenta il titolare. 

IL PARAPIGLIA. Si tratta di un gruppo di "sedicenti liberi professionisti, avvocati, con vari incarichi politici". Proprio il presunto ruolo svolto all'interno dell'amministrazione comunale sarebbe stato tirato in ballo, come racconta il gestore del ristorante, quale pretesto per giustificare tanto il parapiglia scatenato all'interno del locale, quanto la "pretesa" di pagare meno del dovuto una volta sgomberata la postazione e raggiunta la cassa.

LO SCONTO "PRETESO". "Ci eravamo preoccupati di un gruppo di ragazzi tra i 20 e i 25 anni - racconta il titolare - e invece loro si sono comportati benissimo, mentre questi commensali di 35/40 anni hanno combinato di tutto. Quando è stato il momento di saldare il conto - continua - hanno detto 'È troppo'". Il saldo del pasto sarebbe stato di circa 1.020 euro: "Hanno pagato 600 euro circa, praticamente si sono fatti da soli lo sconto del 30%". A fare l'inappropriata richiesta, l'uomo al cui nome era stata fatta la prenotazione, un nome che corrisponderebbe a quello di un avvocato, ex consigliere comunale a Padova.

Il GIORNO DOPO. "Sul momento ho lasciato stare - ha spiegato il titolare - erano già arrivati alticci: avevo il numero con cui avevano prenotato e il nome. Ho pensato che l'indomani, svaniti gli effetti dell'alcol, si sarebbero fatti vivi per chiarire e sistemare i conti". Non è stato così. Il giorno seguente, a quel numero di cellulare ha risposto sempre la stessa persona, dicendo che lo avrebbe raggiunto per mettere a posto le cose: nulla.

IL VERO POLITICO. "A quel punto ho rintracciato la mail che corrisponde al nominativo che mi è stato dato, invitando la persona a farsi viva. In effetti -  chiarisce il gestore - l'avvocato non era affatto il cliente che aveva mangiato nel nostro locale". Qualcuno, insomma, forse per fare una "goliardata", si è spacciato per il politico e, con il resto della comitiva, ha mandato nel caos il ristorante. Qualcuno che poi non si è più preoccupato di assumersi la responsabilità dei danni fatti. "Ho sporto denuncia ai carabinieri - dichiara il gestore - fornendo i soli dati in mio possesso, numero di telefono e nome a cui era intestata la prenotazione".

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