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Martedì, 5 Dicembre 2023
Cronaca

La sorella Elena nel mirino di Valdegamberi: «Messaggio ideologico, simboli satanisti» e Zaia si dissocia

Dichiarazioni choc del consigliere regionale Stefano Valdegamberi dopo le parole della ragazza: «Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro». Il presidente della Regione: «Prima le stupidaggini si dicevano davanti al banco del bar, oggi qualcuno riesce a metterle nero su bianco, molto spesso in un italiano zoppicante, si sente premio Nobel e ha il suo momento di gloria»

«In questi giorni molte persone hanno additato Filippo Turetta come un mostro, come un malato ma lui mostro non è,  perché un mostro è l’eccezione della società, mostro è quello che esce dai canoni normali, ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro»: si è espressa così Elena Cecchettin, sorella di Giulia, la studentessa 22enne assassinata dall'ex fidanzato Filippo Turetta, intervistata dalle telecamere di Mediaset domenica sera, al termine della fiaccolata che si è svolta a Vigonovo nella serata di domenica 19 novembre, a neppure 24 ore dall'arresto del presunto killer. Le parole di Elena Cecchettin, probabilmente per voglia di visibilità da parte dell'ex assessore regionale Stefano Valdegamberi, un integralista cattolico, strenuo oppositore del fine vita, antiabortista, filo putiniano e oggi consigliere del gruppo misto in Regione, eletto nella Lista Zaia dopo aver militato nella Lega e nell'Udc, che ha capito come attirare l'attenzione su di sé a fronte di questa assurda tragedia. Ecco cosa ha scritto nel post: «Ho ascoltato a Dritto e Rovescio le dichiarazioni della sorella di Giulia. Posso dire che non solo non mi hanno convinto per la freddezza ed apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i Magistrati valutino attentamente» ha scritto Valdegamberi su Facebook «Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto…spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale?? Cultura dello stupro?? Qui c’è dell’altro. Fossi un Magistrato partirei da questa intervista la quale dice molto….e non aggiungo altro. Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l'omicida dando la responsabilità alla "società patriarcale". Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Fa parte del copione? Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forse mi sbaglio ed è solo la mia suggestione».

La reazione di Zaia

Il presidente Luca Zaia ha preso immediatamente le distanze dalle affermazioni di Valdegamberi: «Ho avuto modo di leggere quanto scritto dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi nelle sue pagine social - ha dichiarato Zaia all'Ansa - Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente, nei concetti espressi e nelle modalità. Penso che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l'intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico. Siamo tutti chiamati a una riflessione profonda, intima, e soprattutto a combattere ogni forma nella società di violenza sulle donne. Giulia è la 105esima vittima innocente in questo Paese. C'è un grande lavoro da fare per formare l'intera comunità. Ben venga il lavoro nelle scuole, sulle nuove generazioni e sull'intero strato sociale». Zaia ha poi rincarato la dose: «I social sono lo specchio della società. Prima le stupidaggini si dicevano davanti al banco del bar, oggi qualcuno riesce a metterle nero su bianco, molto spesso in un italiano zoppicante, si sente premio Nobel e ha il suo momento di gloria. La sorella di Giulia sta vivendo un momento di assoluta difficoltà e di dolore, che va rispettato e compreso fino in fondo. La famiglia ci avrà sempre al suo fianco».

Il Pd

In difesa di Elena Cecchettin è intervenuta la parlamentare trevigiana del Partito Democratico, Rachele Scarpa. «Eccolo lì. È arrivato, di nuovo, Stefano Valdegamberi, consigliere regionale della Lega, a sminuire le parole e la denuncia della sorella di una vittima di femminicidio» così ha scritto Scarpa «Nel suo disgustoso comunicato, Valdegamberi mette in discussione l’esistenza di una società patriarcale e della cultura a dello stupro. Ma soprattutto commette ancora violenza: è assolutorio, distoglie l'attenzione da ciò che è successo, rompe il silenzio in cui, anche solo per pudore, farebbe meglio a restare. Grazie dunque all'ennesimo ricco maschio bianco, che usa la sua posizione di personaggio pubblico per dare fiato alla bocca e per rafforzare quella stessa cultura che uccide, anziché decostruirla. Si dimetta immediatamente. Le sue parole inquinano il discorso pubblico e mettono in pericolo tutte noi». La consigliere regionale Elena Ostanel ha rincarato la dose:«Spiace vedere consiglieri regionali che perdono, per l'ennesima volta, l'occasione per stare zitti. Trovarsi davanti una tastiera non implica, in automatico, che la possibilità di usarla produca qualcosa di sensato. Nel fiume di parole che sta avvolgendo e - in troppi casi - sommergendo la tragica fine di Giulia Cecchettin, quelle di Valdegamberi ce le saremmo volentieri risparmiate».  Ostanel è durissima sulla questione: «Usare parole così fuori misura significa che non si ha nessun interesse nell'opinione delle donne. Perché – continua Ostanel – non c'è nessuna donna oggi, in Veneto come in Italia, che non provi empatia per Elena Cecchettin. Qui non parliamo del diritto di critica, che nessuno contesta, né del senso di misura e di rispetto che un politico dovrebbe tenere nelle sue esternazioni, concetto che al nostro è evidentemente alieno. Parliamo di un atteggiamento sotteso, fastidioso e sfacciato, di un menefreghismo maschilista che sfiora la misoginia e popola quella cultura del possesso della donna che in molti – me compresa – riscontrano nella società “patriarcale”». Infine un'ultima stoccata: «Quelle di Valdegamberi sono frasi sgangherate e fuori luogo – conclude Ostanel – pericolose se le colleghiamo a un certo humus in cui, ogni volta, l'allarme per la violenza sulle donne è silenziato e ridotto da mille distinguo, ogni volta diversi ma ogni volta uguali a loro stessi, dalla goliardia al “se l'è cercata”, dal raptus alla gelosia. Che il clamore per il femminicidio di Giulia sia lo schiaffo di cui abbiamo bisogno per cambiare le cose ed educare al rispetto più assoluto, levando di mezzo la concezione malata di possesso».

La controreplica

Non soddisfatto il consigliere regionale ha addirittura replicato alle critiche che gli sono state mosse: «Un commento di non condivisione di dichiarazioni che minimizzano la responsabilità personale dell’omicida per cercare una responsabilità nel presunto “ modello patriarcale” non pensavo suscitasse una tale violenza di reazioni, con minacce di morte. L’idea dell’amore come possesso personale, in funzione egoistica di se stessi e del proprio soddisfacimento e non del bene dell’altro, fortemente promossa ed esaltata nella nostra società, genera mostri ovunque. L’amore è l’antitesi dell’ egoismo ma nessuno educa a questo e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti . L'ipernarcisismo dell'egoistica cultura dominante del successo ad ogni costo che domina ovunque nella nostra società  non accetta la sconfitta, non accetta il "no" di una fidanzatina che non vuole stare con te. Quando gli insegnanti rimproverano un nostro figlio cosa facciamo? Corriamo a rimproverare gli insegnanti: il figlio ha sempre ragione. Non esistono per lui i "no" ma solo i "sì": poi ci meravigliamo che ci troviamo con dei mostri dalla faccia di bravi ragazzi in casa. Altro che società patriarcale o non patriarcale. Poi se scopro dai social media che l’appello viene fatto da una ragazza che abbraccia ed esalta simboli di satanismo che tutto sono tranne che amore e fratellanza: non posso pormi degli interrogativi». Porseli è lecito, ma sarebbe il caso che chi ricopre un incarico istituzionale si pronunci dopo aver trovato una risposta, possibilmente seria, alla domanda. E questo, nella foga di essere visibile perché è evidente che questo era l'obiettivo di Valdegamberi, non è stato fatto. 

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