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Cronaca

Cucine carcere, ministero blocca finanziamento: stop al progetto

Il Governo ha deciso di sospendere le sperimentazioni lavorative nelle case di reclusione. Mercoledì, a Padova, il "penultimo pranzo" preparato e servito dai detenuti che hanno partecipato al Progetto Cucine

"Il progetto di gestione della cucina della casa di reclusione di Padova chiude. E il primo pensiero va a tutti quelli che in questi 11 anni ci hanno seguito con affetto, sostenuto con forza, incoraggiato in ogni modo". Sono le parole con cui la Cooperativa Giotto, annuncia lo stop al progetto, a fronte della decisione del ministero della Giustizia di sospendere  il finanziamento delle sperimentazioni lavorative condotte all'interno delle carceri italiane. Mercoledì 14 gennaio,  si terrà il "penultimo pranzo" (sono già 150 le adesioni) preparato e servito dai detenuti che hanno partecipato al Progetto Cucine.

IL PROGETTO. Nel 2003 il Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, aveva dato avvio ad una sperimentazione in dieci penitenziari italiani, tra cui quello padovano. Con il finanziamento del Dap era stata affidata a cooperative sociali la la formazione professionale dei detenuti. Le cooperative e i direttori avevano sollecitato il rinnovo dell’affidamento del servizio, che sarebbe scaduto a fine 2014. A metà dicembre scorso, come risposta, era stata concessa una proroga di quindici giorni, fino a metà gennaio.

LO STOP AI FINANZIAMENTI. Le cooperative non si sono arrese e hanno chiesto nuovamente un incontro con il ministro Andrea Orlando, il capo di gabinetto Giovanni Melillo e il capo del Dap Santi Consolo. L'incontro c'è stato, il 30 dicembre, e in quell'occasione era stata concessa un'ulteriore proroga al 31 gennaio, data in cui era stato fissato lo stop definitivo al finanziamento del progetto. "Ma il dilemma non si risolve - spiega la Cooperativa Giotto - perché dieci giorni dopo il Consiglio della Cassa delle Ammende con una decisione che ha del clamoroso misconosce l’indicazione del ministro e nega l’ulteriore proroga al 31 gennaio, decretando definitivamente la chiusura di tutto entro e non oltre il 15 gennaio. 170 detenuti e una quarantina di operatori esterni delle cooperative perdono un 'posto di lavoro vero' e termina ingloriosamente una buona prassi che ci invidia tutto il mondo".

BOSCOLETTO- "Domani invitiamo formalmente il premier Matteo Renzi a Padova. Venga qui e dia un segnale, ci dimostri che non vuole far tornare l'Italia indietro a prima di Cesare Beccaria". È l'invito di Nicola Boscoletto, responsabile della Cooperativa Giotto, che lancia da Padova l'appello del tavolo di lavoro "Emergenza lavoro carceri", il coordinamento composto da tutte le cooperative che operano nelle carceri, nato per contrastare la decisione del governo. "Si tratta della sconfitta della società civile - ha continuato Boscoletto - domani (mercoledì, ndr) si scrive una pagina buia della storia italian. A noi non resta che sperare che qualcuno alla fine non voglia firmare questa decisione".

RUFFATO. "Credo di esprimere l'incredulità di molti consiglieri del Veneto e anche di tanti cittadini della nostra regione di fronte alla notizia che un'esperienza virtuosa come quella della Cooperativa Giotto all'interno del Carcere di Padova subirà un brusco stop - commenta Clodovaldo Ruffato, presidente del consiglio regionale del Veneto - è incredibile venire a sapere che  una sperimentazione condotta da dieci cooperative sociali in tutta Italia, durata oltre dieci anni con risultati considerati molto positivi dagli stessi esperti di realtà carceraria italiana e internazionale, venga pressoché vanificata da tagli economici  effettuati dal ministero della Giustizia".

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