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Cronaca

Coronavirus, i dati aggiornati dell'Azienda Ospedaliera di Padova: positività, ma non solo

1.750 telefonate ricevute solo sabato 22 febbraio e calo degli arrivi al pronto soccorso. E il team al lavoro spiega: «Non è un banale raffreddore, ma non è neanche la peste bubbonica»

«Non è un banale raffreddore, ma non è neanche la peste bubbonica, quindi bisogna cercare di mantenere la calma». Dopo l'Ulss 6 Euganea anche l'Azienda Ospedaliera di Padova convoca una conferenza stampa per aggiornare sull'emergenza Coronavirus.

Boom di telefonate e calo al Pronto Soccorso

Lo fa dando qualche dato importante, che rende l'idea di come soprattutto nei primi giorni la preoccupazione era a dir poco elevata: prima dell'insorgere del virus il Suem 118 smistava una media di 500 chiamate giornaliere, mentre dall'insorgere del primo caso c'è stato un immediato aumento, tanto che il picco raggiunto sabato 22 febbraio parla di ben 1.750 telefonate ricevute. Di contro, invece, sono calati gli arrivi al pronto soccorso: mediamente, infatti, arrivavano 250/280 persone nell'arco delle 24 ore, mentre domenica 23 e lunedì 24 febbraio si è scesi rispettivamente a 152 e 147 persone.

Coronavirus

Si passa quindi ai dati relativi al Coronavirus, e a fornirli è la dottoressa Anna Maria Cattelan, direttore dell'unità operativa complessa di Malattie Infettive: «Abbiamo una media di 200 pazienti al giorno con possibile infezione da Coronavirus. Questi pazienti vengono valutati con tamponi e abbiamo le risposte in quattro ore. L'emergenza Coronavirus l'abbiamo avuta già da fine gennaio con gli screening a pazienti provenienti dalla Cina. A oggi abbiamo 17 pazienti di cui 4 sotto ossigenoterapia e gli altri stabili: l'età media dei ricoverati è di 68 anni, il più giovane ne ha 33 e il più anziano ne ha 84. Stamattina ci sono stati 3 nuovi ricoveri, ma voglio ricordare che abbiamo avuto anche sei dimissioni. Inoltre abbiamo fatto richiesta del Rendesevir, un nuovo farmaco antivirale già usato in Cina e che arriva dagli Stati Uniti non registrato in Italia per la cura di questa malattia. Da oggi, inoltre, faremo i tamponi solo ai pazienti sintomatici, per una media di 150 al giorno. Nelle tende allestite per le emergenze, infine, abbiamo visitato ieri 68 persone e da stamattina fino alle ore 14 circa altre 38». Dati corroborati anche dal professor Andrea Crisanti: «Prima del 22 febbraio avevamo fatto 100 tamponi mentre Germania già 500 e la Gran Bretagna 300. Ora però siamo già oltre quota 8.000 , e la percentuale delle positività si aggira sul 3%. più preoccupato per positivi non ammalati che trasmettono malattia».

Guardia alta

Numeri incoraggianti, ma il "team" di dottori e professori in campo invita a non abbassare la guardia: «Nei prossimi giorni aspettiamo un maggior afflusso di pazienti sintomatici con conseguenti ricoveri. Sempre il Coronavirus è stato paragonato a una banale influenza ma non è così, anche se ha le stesse caratteristiche cliniche. Stiamo combattendo con un nemico mutevole». Ma, come detto all'inizio, «comunque non è la peste bubbonica». E c'è una grande macchina attiva 24 ore su 24 che vuole vincere questa battaglia.

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