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Cronaca

«Bisogna ripartire, altrimenti non ne veniamo più fuori»: l'appello di Luca Zaia al Governo

Il Governatore del Veneto ha commentato il nuovo Dpcm: «Sono convinto che il Governo possa fare uno sforzo in più e che abbia ancora la possibilità di aggiustare il tiro in questi giorni, perché non si può più posticipare la riapertura»

«Quella di ieri è stata una brutta serata»: nel lungo punto stampa di lunedì 27 aprile, caratterizzato dall'annuncio della nuova ordinanza regionale, Luca Zaia è inevitabilmente tornato sulla conferenza del premier Giuseppe Conte e sul nuovo Dpcm.

«Il Governo batta un colpo»

La conclusione del lungo ragionamento del Presidente della Regione Veneto è a dir poco chiara: «Non c'è nessuna volontà da parte mia di creare conflitti o di politicizzare la situazione, ma bisogna trovare una soluzione perché così non funziona. Se il Governo c'è batta un colpo». E il tutto è preceduto da una considerazione a 360 gradi. «Io non dico che il comitato tecnico-scientifico non abbia ragione, ma anche l'esperienza di vita può aiutare a trovare il giusto equilibrio. Noi non possiamo diventare delle cavie, noi dobbiamo anche vivere. I dati ci dicono che il virus c'è, ma l'approccio dev'essere più razionale. Non si può più protrarre in questa maniera, bisogna aprire: sono dell'idea che si poteva e si può fare uno sforzo in più. Come si fa a dire che in un autobus possono entrare massimo 15 persone e in un negozio di 40 metri quadri una sola persona alla volta? E come si fa a dire ai parrucchieri che forse apriranno il primo giugno? Il Governo non può andare via col freno a mano tirato. L'appello che faccio io è che si rivedano queste misure, altrimenti non ne veniamo più fuori. Da noi la gente vuole andare a lavorare, bisogna fare in modo che si riparta».

«Bisogna riaprire»

Il Governatore Zaia, quindi, chiarisce altri punti: «Sul cibo per asporto è nato un dibattito nazionale, come se fosse questo il problema dell'Italia. Ieri sera, poi, è stato insinuato che le regioni non collaborano, ma è falso per quanto ci riguarda. Non siamo mica la "repubblica delle banane", e lo dico per difendere i veneti: questo è il mio unico compito, quindi lasciatemi fuori da questi casini. Se invece vogliono che chiudiamo allora chiudiamo tutto e andiamo a Roma a portare le chiavi. Ragionando impresa per impresa e comparto per comparto è inevitabile incagliarsi. E magari potessimo noi trovare un appiglio per riaprire delle attività, ma non possiamo. Lo ribadisco: mettiamo in sicurezza i cittadini e riapriamo. Sono convinto che il Governo abbia ancora degli spazi per agire e aggiustare il tiro in questi giorni»

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