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Cronaca

Coronavirus, Zaia: «Ad agosto faremo il "giro del palo" con le vaccinazioni»

Spiega a margine la dottoressa Antonia Ricci, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: «Abbiamo identificata tutte e quattro le varianti "preoccupanti" per contagiosità e risposta ridotta ai vaccini ma non per letalità: quella inglese è la prevalente, con una percentuale superiore al 94%»

Queste le dichiarazioni rilasciate da Luca Zaia nel corso del consueto punto stampa quotidiano: «Oggi ci sono arrivate 238.680 dosi di Pfizer a cui si aggiungono le 10.530 in più per i richiami sotto i 60 anni a chi aveva fatto la prima dose con AstraZeneca. Sopra agli 80 anni siamo arrivati al 99,1%, sopra i 70 anni all'88,5%, sopra i 60 anni all'81,9%, sopra i 50 anni al 71,6%, sopra i 40 anni al 59,6%, sopra i 30 anni al 44,6%, sopra i 20 anni al 48,4%, sopra i 12 anni al 25,4% tra vaccinati e prenotati. Ad agosto faremo il "giro del palo" con le vaccinazioni. Adesso bisogna investire tantissimo sulle sequenziazioni».

Dottoressa Antonia Ricci

Queste le dichiarazioni rilasciate dalla dottoressa Antonia Ricci, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: «La variante indiana era una sola e dopo si è raddoppiata, per questo ora si chiama Delta. L'andamento della pandemia in Inghilterra è preoccupante perché i contagi stanno crescendo velocemente, ma grazie ai vaccini i malati finiscono in maniere decisamente minore in terapia intensiva. Il fatto che la variante Delta sia arrivata solo da poche settimane è un bene perché grazie alla bella stagione fatica a circolare. A oggi abbiamo depositato nel database internazionale e nazionale 1.182 sequenze, a livello italiano siamo la regione che ha depositato più sequenze, a cui si aggiungono i 2.479 sequenziamenti parziali. A fine maggio abbiamo pubblicato un report sull'andamento delle varianti in Veneto: ci sono 28 gruppi genomici di virus, e siamo riusciti a trovare tutte e 4 le varianti "preoccupanti" per contagiosità e risposta ridotta ai vaccini ma non per letalità. Sono l'inglese, l'indiana, la sudafricana e la brasiliana. Abbiamo identificato anche delle varianti "di interesse" ma non preoccupanti: la C-36 che è una variante egiziana, e una che derivava inizialmente dal Camerun. A oggi è assolutamente prevalente la variante inglese, con percentuale superiore al 94%, ma abbiamo riportato 50 casi di variante Delta: il numero può sembrare elevato ma dobbiamo tenere presente che la maggior parte di questi casi deriva da un focolaio epidemico di variante indiana accaduto a Treviso»

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