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Cronaca

Coronavirus, Zaia: «Questa cosa non dura due settimane, abbiamo un progetto che arriva a maggio 2021»

Spiega il Governatore del Veneto nel punto stampa odierno: «Lo volete capire che se riempiamo gli ospedali di malati Covid poi le attività ordinarie si fermano? Io non voglio arrivare al punto che un infartuato non trovi più un'ambulanza per essere aiutato»

Queste le dichiarazioni rilasciate da Luca Zaia, Governatore del Veneto, durante il punto stampa odierno: «Abbiamo il piano pronto e lo presentiamo, guardiamo i numeri e capiamo la situazione. Siamo arrivati a quota 2.158.487 tamponi molecolari, mentre abbiamo superato il milione e 500mila tamponi rapidi. Le persone positive da inizio emergenza sono 36.843, 490 in più. Le persone attualmente positive sono 10.856, gli isolati 13.185. I ricoverati sono 537, di cui 61 in terapia intensiva. I morti sono 2.668 e i dimessi sono 4.387. Ogni giorno ha la sua narrazione e la sua pena, per governare questo momento storico l'unica soluzione è aver sempre i ferri in acqua. Ho voluto con forza questo nuovo piano di sanità pubblica, e ho chiesto che si facesse una cosa stile semaforo. I tecnici hanno identificato cinque fasi, grazie alle quali sapremo come siamo messi e cosa accadrà. I nostri tecnici hanno mutuato l'esperienza di marzo e questo sarà il libro mastro da seguire. Avremo a disposizione mille posti letto in terapia intensiva, sono tutti già pronti e 200 sono "sotto chiave" pronti all'uso. Si parte dalla fase verde e fa un ragionamento assoluto rispetto ai posti letto e alle terapie intensive. Da 0 a 50 posti letto occupati in terapia intensiva prima fase "verde" e l'abbiamo già superata, da 51 a 150 seconda fase "azzurra", da 151 a 250 terza fase "gialla", da 251 a 400 quarta fase "arancione", da 401 in su quinta fase "rossa". Nella fase 1 nessuna sospensione delle attività, nella fase 2 attivazione posti letto aggiuntivi Hub Covid e attivazione parziale alcuni posti accessori e si preserva l'attività ordinaria ma quella programmata ritardi. Nella fase tre si attivano i Covid Hospital con conseguente riduzione dell'attività ordinaria. Le fasi poi si irrigidiscono sempre più, e la quinta fase prevede la sospensione dell'attività ordinaria degli Hub, che si occupano dunque solo del Covid. Lo volete capire che se riempiamo gli ospedali di malati Covid poi le attività ordinarie si fermano? Io non voglio arrivare al punto che un infartuato non trovi più un'ambulanza per essere aiutato. I cittadini devono darci una mano, altrimenti ci daremo appuntamento sulla porta dell'ospedale. L'emergenza Covid è l'impossibilità di curare gli altri cittadini. L'ospedale del Qatar? È montato e siccome siamo previdenti non l'abbiamo smontato, è a norma e utilizzabile ma non è allestito anche se c'è una proposta a livello nazionale per provvedere comunque all'allestimento. All'occorrenza si può riscaldare e organizzare. Sul fronte degli approvvigionamenti dei dispositivi siamo a posto. Nessuno riesce a capire che il vero tema e il vero problema è che si riempiono gli ospedali. Questa cosa non dura due settimane, noi abbiamo un progetto di arrivare a maggio. Abbiamo tre aree in allerta: il Veronese, Padova per motivi logistici perché sono stati concentrati lì i pazienti e il Comelico, il Cadore e Cortina dove abbiamo infezione. I costi? Questa emergenza ci è costata finora sui 300 milioni di euro».

Dott. Paolo Rosi, coordinatore del Suem 118 del Veneto: «In questo momento non abbiamo il problema dei posti letto in terapia intensiva, ma dobbiamo preservare l'attività ordinaria al massimo. Siamo pronti ad allocare i pazienti per fare in modo che tutti gli ospedali possano continuare l'attività ordinaria».

Ing. Paolo Fattori, si occupa di infrastrutture sanitarie e coordina per nostro conto lo smistamento dei ventilatori e dei materiali: «Il piano sviluppato considera due variabili: i posti occupati in terapia intensiva e in area non critica. Sono state individuate cinque differenti fasce di rischio, e l'evoluzione può variare di area in area quindi poi il lavoro verrà calato e tarato provincia per provincia. In questa fase a differenza di marzo notiamo un alto numero di persone ricoverate in area non critica»

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