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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Previsto corteo Cgil in centro, Bitonci non ci sta e i sindacati: "Le piazze non sono sue"

Botta e risposta tra il sindaco di Padova e Ferrari, segretario generale Cgil della provincia, sulla manifestazione in programma mercoledì 20 luglio. Il primo cittadino incalza: "Si poteva spostare"

Si terrà mercoledì 20 luglio a Padova lo sciopero dei metalmeccanici Cgil con annessa manifestazione promossa dai sindacati per chiedere il rinnovo del contratto e gli aumenti salariali.

I CORTEI ANDREBBERO VIETATI. Una decisione che non trova favorevole il primo cittadino di Padova Massimo Bitonci che affida al suo profilo Facebook il suo disappunto: "Il corteo dei manifestanti partirà da piazzale Stazione, attraverserà piazza dei Signori, fino a raggiungere la Prefettura. Creerà quindi grandi disagi ai nostri commercianti, agli ambulanti e a tutti i cittadini. Da sindaco esprimo loro la mia solidarietà e ribadisco che sono contrario a questo genere di manifestazioni, che ciclicamente si ripetono. I cortei nei centri storici delle città andrebbero vietati. Dov'è finito il decreto sicurezza annunciato da Renzi in tempi di campagna elettorale? Allora il premier aveva promesso di concedere ai sindaci la possibilità di vietare alcune manifestazioni. Oggi, finita la campagna elettorale, se n'è dimenticato". Secondo il primo cittadino la manifestazione avrebbe comunque potuto svolgersi, ma in un luogo magari meno disagevole.

CGIL: PADOVA NON E' UNA CITTA' DELLA TURCHIA DI ERDOGAN. Pronta la replica della Cgil, per mezzo del segretario generale Christian Ferrari: "Queste cose succedono in un tempo di crisi che ha falcidiato tantissimi posti di lavoro nel nostro territorio, contraendo brutalmente le retribuzioni di chi ha la 'fortuna' di avere ancora un'occupazione. Ci si aspetterebbe da parte di un sindaco una parola di solidarietà e di sostegno, la dimostrazione di rappresentare un'intera comunità e non solo una sua piccola parte. Ci teniamo a ricordare al sindaco che Padova non è una città della Turchia di Erdogan e che l'articolo 17 della costituzione vale anche tra le nostre mura. Le piazze del centro storico non sono di sua proprietà e non sono un centro commerciale, ma appartengono a tutti i padovani che hanno il diritto di viverle, di frequentarle, di trasformarle sempre di più in uno spazio di democrazia e di partecipazione alla vita civile, sociale, politica della comunità locale e nazionale. Il percorso della manifestazione è stato concordato con le autorità di pubblica sicurezza e, come sempre, i lavoratori sapranno far valere i loro diritti democraticamente, nel pieno rispetto della città".

ASCOM. Nel discorso si inserisce anche l'Ascom, con le dichiarazioni del presidente Patrizio Bertin: "Manifestare è un diritto e lavorare lo è altrettanto. Bisogna quindi contemperare le legittime esigenze degli uni con quelle degli altri, evitando di mettere su fronti contrapposti manifestanti e commercianti. Da tempo abbiamo segnalato l’esigenza di non gravare il centro con manifestazioni che, comunque, costituiscono un rallentamento delle normali attività lavorative e, giocoforza, incidono sull’attività del commercio sia in sede fissa che in quello ambulante, ma ciò significa che le soluzioni vanno cercate, e trovate, nel confronto tra le parti istituzionali, associative e sindacali con molto pragmatismo e con altrettanto senso di responsabilità".

BETTIN (PD). "Irricevibile e grave la pretesa di questo sindaco sempre più autoritario e illiberale di invocare il divieto di manifestazione democratica con la scusa di fare i conti della serva invece dei commercianti - tuona Massimo Bettin, segretario provinciale del Partito Democratico - Che piaccia o no a lui e ad altri le piazze di Padova sono dei padovani, di tutti, sicuramente anche di chi nel rispetto della legge vuole esprimersi liberamente nel solco dei principi costituzionali. Il diritto di manifestare non potrà mai essere sottoposto al giogo dell'interesse economico. Lo voglio dire chiaramente, con rispetto e in via preventiva anche alle altre autorità preposte come il questore ed il prefetto. Il Pd non acconsentirà mai a giri di vite su principi inderogabili, se non sulla base delle circostanze e delle fattispecie previste in questi casi. Bitonci farebbe meglio a vergognarsi, porti rispetto e si tolga il cappello davanti alle migliaia di lavoratori per bene che domani chiederanno condizioni migliori per le loro famiglie e per il mondo del lavoro: molti di loro gli pagano lo stipendio a fine mese".

BERTI (M5S). “Da una parte abbiamo Bitonci coi suoi divieti, che governando col terrore ha trasformato Padova in una città impaurita, e ora vuole perfino impedirle di manifestare – tuona il consigliere regionale M5S Jacopo Berti, che vive a Padova - dall’altra c’è la nostra idea di governo per una città democratica, libera, dove chiunque può manifestare, in armonia col diritto garantito dalla Costituzione. Siamo Padova, la città del sapere, della bellezza, culla della cultura dal 1222 – conclude Berti - non il buio e lo squallore nei quali vuole confinarci Bitonci”.

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