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Cronaca

Corteo di protesta dei profughi della "Casa a colori" contro gli arresti

Dopo l'esecuzione delle misure cautelari in carcere per 5 nordafricani accusati di sequestro di persona durante la rivolta del 7 gennaio, ieri i rifugiati si sono riversati in strada con attimi di tensione sotto il municipio

Ieri pomeriggio, dalle 17, il centro di Padova è stato investito dalla protesta dei rifugiati del Nordafrica, sostenuti dall'associazione Razzismo Stop, che chiedono la libertà dei 5 compagni arrestati con l'accusa di sequestro di persona per gli scontri del 7 gennaio scorso alla "Casa a colori" di via del Commissario, struttura di accoglienza divenuta teatro di una violenta sommossa da parte di una 50ina di profughi che protestavano per la mancanza del permesso di soggiorno, del titolo di viaggio, della carta d’identità, della garanzia di una somma per uscire dal "sistema".

IL 1° FEBBRAIO: GLI ARRESTI E LE DENUNCE

IN PREFETTURA. Il corteo dei rifugiati si è diretto prima all’ingresso della Prefettura dove sono state lanciate finte banconote alle spalle dei reparti dei carabinieri schierati a difesa di palazzo Santo Stefano.

IL 7 GENNAIO: LA VIOLENTA PROTESTA

IN QUESTURA. I manifestanti si sono quindi spostati verso le Riviere, bloccando il traffico di autobus e tram per dirigersi in Questura brandendo uno striscione che recita: "Siamo tutti colpevoli di chiedere diritti".

IL COMMENTO DEL QUESTORE: "LA PROTESTA FU UNA REAZIONE SPROPOSITATA"

IN MUNICIPIO. Ultima tappa palazzo Moroni, dove era in corso la seduta del consiglio comunale sul tema del nuovo ospedale rimandata dalla sera prima a causa della mancanza del numero legale. I rifugiati hanno chiesto di essere ascoltati, bloccando gli ingressi e ostacolando consiglieri ed assessori che stavano raggiungendo la sala dell’assemblea cittadina. I cancelli sono stati chiusi. Dopo un'ora ha iniziato a circolare la voce che una delegazione composta da tre consiglieri comunali e la rapporesentante della commissione stranieri stavano per scendere per riceverli. Ma poi è arrivata la smentita e si sono rotte così anche le fila del corteo di manifestanti. Nei prossimi giorni, hanno garantito i rifugiati insieme agli attivisti dell’Associazione Razzismo Stop, "torneremo a farci sentire, fino a quando tutti i ragazzi in carcere non saranno liberati, fino a quando non arriveranno i nostri documenti, aspettando l’avvicinarsi del 28 febbraio, data in cui finirà la proroga del piano di accoglienza".

VIDEO: IL CORTEO DI PROTESTA

LE RAGIONI DEI PROFUGHI. "Siamo quasi all’epilogo di un anno e mezzo di quel malsano esperimento chiamato "emergenza nordafrica"  - spiega Razzismo Stop - dove sotto le mentite spoglie dell’accoglenza migliaia di enti gestori, in larga parte cooperative e albergatori in Italia hanno costruito fortune. A Padova i migranti "ospitati" sono stati circa 260, poco più di 160 sono ancora in città, milioni di euro sono arrivati dal Ministero senza senza che nulla più oltre al vitto e l’alloggio, qualche corso di italiano e qualche ricorso contro i dinieghi sia stato offerto. Nessuna traccia dell’inserimento abitativo, nessuna traccia della formazione professionale, l’avviamento al lavoro, di un disegno che permettesse ai rifugiati di avere di fronte a loro qualche opportunità".

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