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Cronaca

«Sherwood Festival non è un cluster, bensì un luogo di incontro necessario alla città»: la replica

Gli organizzatori dello Sherwood Festival hanno affidato a un comunicato la replica alla notizia - fornita dall'Ulss 6 Euganea - della scoperta di una decina di casi positivi tra ragazzi che hanno frequentato la kermesse.

Gli organizzatori dello Sherwood Festival hanno affidato a un comunicato la replica alla notizia - fornita dall'Ulss 6 Euganea - della scoperta di una decina di casi positivi tra ragazzi che hanno frequentato la kermesse.

Replica

Questo il testo del comunicato: «Abbiamo appena appreso, dagli articoli della stampa locale, della notizia secondo la quale all'interno del festival di Sherwood ci sarebbe un “cluster” di Covid-19. Ci teniamo a dichiarare che:

  • nessuna/o delle/dei nostre/i 150 volontarie/i è positivo al Covid-19, i termini riportati dalla stampa (“focolaio” e “cluster”) sono impropri e fuorvianti; le volontarie ed i volontari del nostro festival seguono un protocollo settimanale di screening (tamponi) che abbiamo più volte reso noto pubblicamente dalle nostre pagine social.
  • il fatto che ci siano dieci persone passate per il nostro festival positive al Covid-19 non significa che il contagio sia avvenuto all'interno della nostra area e non è diverso da situazioni che si determinano quotidianamente in mercati cittadini, parchi, piscine, scuole, centri estivi (etc.).
  • all'interno del nostro festival, da anni, abbiamo costruito una vera e propria postazione di Assistenza Sanitaria composta da medici, infermieri e personale sanitario a completa disposizione del pubblico e delle/dei volontari/e del festival stesso.
  • lo spazio del nostro festival è predisposto al distanziamento e in tutta l'area è presente la segnaletica che indica le norme da seguire per la sicurezza di tutte e tutti.
  • abbiamo messo in piedi diversi sistemi di tutela per chi collabora e per chi attraversa il nostro festival: misurazione della temperatura all'ingresso, distribuzione gratuita di mascherine; in tutti gli stand sono a disposizione gel igienizzanti e barriere protettive di plexiglass per proteggere chi lavora e chi si avvicina ai banconi e tutte /i le/i volontarie/i che collaborano nei nostri stand indossano le mascherine.

Ma davvero qualcuno pensava che fra migliaia e migliaia di persone che frequentano il nostro festival non ci fossero dei casi di persone positive al Covid-19? Siamo il luogo più frequentato dell'estate padovana con migliaia di persone che possono trovare, ogni giorno, un luogo organizzato per garantire il diritto alla socialità, allo svago, all'incontro. Il nostro Festival, quest'anno ancor di più, continua ad essere un luogo di aggregazione e socialità con una particolare attenzione al tema della salute e della cura. Ci piacerebbe che l'uso dei termini fosse preciso e soppesato: Sherwood Festival non è né un focolaio né un cluster ma un luogo di incontro necessario alla città che garantisce al massimo delle sue possibilità la cura della salute di tutte e tutti».

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