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Cronaca

Padova, la crisi colpisce la sanità: posti di lavoro e servizi a rischio

I tagli del 5% sulla spesa voluti dal governo Monti incidono sui bilanci già critici della sanità della provincia patavina. Si risparmia su tutto, in primis sul costo del personale. Meno servizi ai cittadini e una situazione che non trova ancora tutela

La crisi non risparmia proprio nessuno neppure i servizi al cittadino delle strutture convenzionate e private della sanità della provincia di Padova. In materia di razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria, la delibera di giunta regionale n.2621 del 18 dicembre 2012 mette tutti in allerta. I tagli lineari si attestano al 5% della spesa socio sanitaria della regione veneta. Voluti dal governo Monti incidono sul budget a disposizione per gli enti privati e convenzionati. La Cigl si dice preoccupata in quanto questo avrà una forte ripercussione sul territorio, in primis Padova dove gli addetti al comparto sanità convenzionata a rischio son ben 1300 e nella regione Veneto per la sanità privata sono 1800. Strutture quindi come la Data Medica, il Centro Medico di Foniatria, l’Opsa, la Casa di Cura di Abano, il Centro Nostra Famiglia e molti altri, si vedranno decurtati finanziamenti basilari e necessari per una corretta e precisa gestione dell’attività lavorativa. Il tutto, oltre a riflettersi sui lavoratori che spesso per il tipo di contratto e situazione non hanno diritto agli ammortizzatori sociali, si farà sentire sui cittadini che si vedranno costretti ad aspettare molto di più per un servizio o una visita spesso necessaria e vitale.

TANTO LAVORO ANCORA. L’intento è quello di riuscire a salvaguardare il tutto: sia i servizi erogati, sia i lavoratori. Il costo del personale spesso è il primo a essere revisionato, ma i rappresentanti sindacali stanno cercando di chiedere la modifica del contratto lavorativo includendo giorni di solidarietà per poter preservare a tutti il posto di lavoro.

MENO SOLDI MENO PRESTAZIONI AL CITTADINO. La riduzione del budget ai privati accreditati, per le prestazioni ambulatoriali ha come diretta conseguenza per il cittadino liste d’attesa più lughe o, in alternativa, un pagamento superiore per accelerare i tempi di una visita o un esame. Molti pazienti potrebbero addirittura rinunciare alla prestazione con effetti sulla propria salute, non sempre gli esami si fanno per un controllo, ma perché servono.

EFFETTO DOMINO. Meno prestazioni significa per la Regione meno entrate tra ticket e costo fisso della ricetta. Non è da sottovalutare nemmeno la ricaduta occupazionale di chi opera nei centri accreditati. Per alcuni di loro infatti il futuro professionale potrebbe essere a rischio a breve termine.

GLI ACCORDI ANCORA POCO CHIARI. Certo le prospettive sono preoccupanti ma si sta cercando di operare nel rispetto delle istituzioni per poter arrivare a un accordo comune. La questione è ancora in fase di definizione. Il programma del sistema socio sanitario non è ancora stato del tutto pubblicato. Ci sono i principi e le linee guida ma nessuna declinazione sostanziale è stata data: quali ospedali verranno toccati? Quanti primari coinvolti? Quali reparti? Tutto ancora da chiarire, certo si conosce fin da ora la volontà di chiudere un centro specializzato di riabilitazione come quello di Conselve. In attesa di novità la speranza è che la situazione possa trovare un giusto accordo.

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