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Cronaca Prato della Valle

Insulti all'amministratore non sono reato: il condòmino viene assolto

Un 71enne padovano, residente in una palazzina in Prato della Valle, è stato scagionato dalle accuse di ingiuria e diffamazione: avrebbe esercitato il suo "diritto di critica" senza toccare la sfera privata

È possibile mettere in discussione l'operato dell'amministratore di condominio, purché le critiche non esulino dal campo professionale andando a toccare la sfera privata. Così un condòmino padovano di 71 anni, residente in un palazzo di Prato della Valle, è stato scagionato, come riportano i quotidiani locali, dalle accuse di diffamazione e ingiurie nei confronti del suo amministratore.

IL PRECEDENTE: "DIRITTO DI CRITICA". Lo ha decretato il giudice di pace, accogliendo la tesi difensiva presentata dall'avvocato Massimo Malipiero, stilata sulla base di una sentenza della Corte di Cassazione del 2014: in pratica, tale precedente aveva ampliato il "diritto di critica" in questo ambito specifico, sancendo la possibilità da parte dell'inquilino di confrontarsi anche in maniera aspra con il suo amministratore, senza però "trascendere sul piano personale, nel dileggio o nella gratuità".

"PRESTIGIATORE DI CONTABILITÀ". Nel caso specifico padovano, il 71enne, tramite fax e durante l'assemblea condominiale, avrebbe quindi esercitato tale "diritto di critica", quando appellò il proprio amministratore, ad esempio, "prestigiatore di contabilità", o quando lo accusò di "bramosia" nel rincorrere interessi personali che poco avrebbero avuto a che fare, secondo l'imputato poi assolto, con quelli dei condòmini in questione.

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