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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Csi-Padova, ecco come lavora la polizia scientifica della città

I laboratori della questura patavina hanno aperto questa mattina le loro porte per un'esclusiva visita guidata riservata alla stampa. Noi c'eravamo. All'esterno la simulazione di una scena del crimine per vedere agenti e tecnici all'opera sul campo

Ore 10.20 circa. Si aprono le porte del Gabinetto interregionale della polizia scientifica della questura di Padova, una struttura che coordina i 12 gabinetti provinciali del Triveneto, composto da 83 dipendenti altamente specializzati. La visita guidata al “Csi” padovano riservata agli operatori della stampa ha inizio. Obiettivo: far conoscere ai padovani questo braccio operativo fondamentale della polizia il cui lavoro, per lo più al chiuso dei laboratori, spesso finisce nell'ombra.

CSI-Padova: laboratori e scena del crimine



I COMPITI. Il direttore, Carmine Grassi, spiega quali sono i principali compiti. Si parte dall'attività di sopralluogo, che rappresenta il momento di maggiore visibilità, quando sulla scena del crimine compaiono gli uomini con il tipico camice bianco usa e getta. Quindi la fase di documentazione, repertazione dalle impronte dattiloscopiche (digitali) a quelle biologiche per l'estrapolazione del Dna. Esami che, come ricorda il dottor Russo, si possono effettuare solo da tempi recenti. “Dall'88 in poi questi esami hanno un valore processuale fondamentale per l'accertamento delle responsabilità – spiega – Molti sono anche i cold case di cui siamo chiamati ad occuparci, a distanza di anni, per reperti conservati per vecchi omicidi”. Ma i compiti della polizia scientifica non si esauriscono qui. Svolge anche una fondamentale attività di supporto in caso di manifestazioni in cui vi sia rischio per l'ordine e la sicurezza pubblica. Personale specializzato effettua riprese video e fotografiche determinanti per l'identificazione di eventuali responsabili di reati. E poi le calamità naturali: la scientifica si occupa dell'identificazione dei cadaveri sconosciuti e gestisce numerose banche dati tra cui, oltre a quella delle persone scomparse e dei cadaveri sconosciuti, dei foto segnalati responsabili di reati.

IL VIDEO: LA SCENA DEL CRIMINE


I LABORATORI. La “gita” procede dunque con la visita dei laboratori, da quello per le indagini grafiche e di falso documentale dove vediamo l'analisi di una banconota al fine di verificare che non sia contraffatta, a quello per le indagini balistiche, con un microscopio di ultima generazione che consente una comparazione altamente precisa dei reperti. E poi quello per le impronte, le comparazioni fisionomiche, la realizzazione di identikit.

LA SCENA DEL CRIMINE. All'esterno, in uno spazio verde, una scena del crimine ricostruita ad hoc per vedere i tecnici all'opera. Un manichino riverso fuori da un'auto al quale vengono immediatamente “insacchettate” le mani, preziosa fonte di informazioni. L'esaltazione di impronte latenti, l'acquisizione di tracce biologiche.

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