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Cronaca

Detenuto con la tubercolosi evaso dall'ospedale: due agenti indagati

I due poliziotti incaricati di piantonarlo non avrebbero controllato a dovere il 33enne tunisino, che sarebbe quindi riuscito a fuggire indisturbato. Sul rapporto in questione, avrebbero poi dichiarato il falso

I due agenti di polizia penitenziaria che avrebbero dovuto controllare a vista il detenuto 33enne tunisino, spacciatore, malato di tubercolosi, evaso giovedì 3 settembre dal reparto di Malattie infettive dell'ospedale di Padova, avrebbero falsificato il rapporto su quell'incredibile fuga. A sostenerlo, come riportano i quotidiani locali, è il pubblico ministero Segio Dini, che ha chiesto il rinvio a giudizio per i due poliziotti, con le accuse di evasione colposa, per presunta negligenza, e di falso, per avere mentito sull'accaduto.

LA VERSIONE DELL'INFERMIERA. L'inchiesta è stata chiusa in tempi lampo. Sufficienti sarebbero state le testimonianze raccolte, tra cui quella di un'infermiera del nosocomio. La donna avrebbe raccontato che, quel giorno, si sarebbe recata nella camera del detenuto ben due volte, per portargli la colazione. Nel primo caso gli sarebbe stato risposto, dall'agente presente (solo uno), che il 33enne era in bagno. Stessa situazione e medesima risposta un'ora più tardi. L'infermiera si sarebbe quindi insospettita e, assieme al poliziotto, avrebbe raggiunto il bagno, dove, dell'evaso, non ci sarebbe stata traccia. L'uomo infatti se l'era data a gambe, fuggendo da una finestra, senza che gli agenti, che non avrebbero dovuto perderlo di vista un istante, si accorgessero di nulla.

IL RAPPORTO DEI DUE POLIZIOTTI.Diverso però il rapporto fornito dai due poliziotti in questione, che avrebbero raccontato di avere assistito in diretta alla'apertura della finestra da parte del detenuto e di avere provato invano ad inseguirlo. Nel tentativo, uno dei due poliziotti sarebbe anche inciampato. Ad ogni modo, l'uomo sarebbe riuscito a dileguarsi.

ERA GIÀ EVASO. Il 33enne tunisino, arrestato per reati di spaccio, non sarebbe nuovo a questo genere di fughe. Già in aprile sarebbe fuggito, sempre dagli Infettivi, e solo alcuni mesi più tardi sarebbe stato rintracciato e nuovamente arrestato. Di qui, la necessità di piantonare il detenuto 24 ore su 24.

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