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Disabile denuncia: "In stazione treni a Padova trattati come bagagli"

Davide Cervellin, imprenditore padovano non vedente, riferisce l'esperienza avuta con il servizio di assistenza alla partenza e all'arrivo delle persone disabili nello scalo ferroviario del capoluogo euganeo

Servizio da "Terzo Mondo" in stazione ferroviaria a Padova per i disabili "trattati come bagagli". A denunciare la situazione del servizio di assistenza alla partenza e all'arrivo delle persone con disabilità allo scalo ferroviario euganeo è un imprenditore padovano non vedente, Davide Cervellin, titolare dell'azienda Tiflosystem spa, leader nella realizzazione di supporti tecnologici per il superamento delle disabilità.

LA DENUNCIA. "Qualche giorno fa - racconta Cervellin in una lettera inviata agli organi di informazione, all'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e per conoscenza a sindaco e presidente della Provincia di Padova - a conclusione di un importante meeting nazionale per la presentazione di una nuova tecnologia braille per gli smartphone, ho accompagnato alcuni partecipanti non vedenti alla stazione di Padova. E con mia grande sorpresa, avendo gli stessi richiesto l'assistenza alla partenza e all'arrivo, ho scoperto che abbiamo dovuto portarli al deposito bagagli. La Padova dei 'gran dottori', della giunta comunale attenta al sociale, della stazione ferroviaria rinnovata, dove c'é lo spazio anche per il nuovo treno Italo, non ha l'attenzione e la dignità di ospitare i disabili in arrivo e in partenza in un luogo degno di chi paga un normale biglietto per spostarsi".

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"ASSIMILATI A DELLE VALIGIE". "L'accompagnamento molto spesso lo fanno degli africani di qualche cooperativa che manco sanno l'italiano e comunque non è semplice farne richiesta - aggiunge l'imprenditore nella sua denuncia - Bisogna farlo con 24 ore di anticipo, e quindi, se si ha un'urgenza di muoversi, ci si deve arrangiare. Oppure, i fortunati che viaggiando spesso conoscono i trucchi del mestiere, lo richiedono chiamando la stazione di Verona. Mi vien facile pensare che allo stratega che ha organizzato il servizio, tenendo conto che le carrozzine bisogna spingerle e le persone cieche bisogna trascinarle, gli é venuta facile l'assimilazione con le valigie. Peccato che noi disabili siamo fatti di altra materia, necessitiamo di comunicare e siamo condizionati come tutti gli altri dall' ambiente".

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