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Documenti falsi, le intercettazioni telefoniche: «Pagano perché spacciano, questi n...»

Ad aver contribuito alle indagini della Procura e della Polizia di Stato di Padova le dichiarazioni testimoniali rese proprio da alcuni cittadini irregolari, che hanno confermato come fosse effettivamente il 58enne di Monselice a fungere da "collettore" con gli stranieri da regolarizzare

Nell'ambito dell'indagine legata ai documenti falsi che consentivano a soggetti extracomunitari di ottenere il permesso di soggiorno, la Questura di Padova ha fornito un video con un estratto tanto esplicito quanto significativo delle intercettazioni telefoniche con cui sono riusciti ad arrestare i responsabili dell'associazione a delinquere. 

Documenti falsi

Ad aver contribuito alle indagini della Procura e della Polizia di Stato di Padova sono state pure le dichiarazioni testimoniali rese da alcuni cittadini irregolari. Costoro hanno confermato come fosse effettivamente il 58enne di Monselice a fungere da "collettore" con gli stranieri da "regolarizzare", a tenere personalmente i contatti telefonici con essi, fissando, volta per volta, d'intesa col 50enne di Porto Viro (Rovigo), data, ora e luogo d'incontro per la consegna della documentazione lavorativa e per il ritiro del denaro. Stranieri che anziché raggiungere ed essere impiegati presso le sedi delle aziende indicate nei contratti di lavoro (ricadenti principalmente nella provincia di Rovigo) risultavano recarsi pressoché quotidianamente in aree prossime alla Stazione Ferroviaria di Venezia-Mestre, adiacenti a Corso del Popolo e Piazza del Mercato, zone notoriamente interessate anche dal fenomeno dello spaccio di stupefacenti ad opera di soggetti stranieri. Tale modus operandi è stato rilevato ancora di recente, sino ai primi giorni del mese di marzo, essendo stati documentati dagli investigatori ulteriori scambi di danaro e documentazione tra la coppia di indagati ed alcuni stranieri. Proprio l’attualità delle condotte ha reso ancora più pregnanti le esigenze cautelari ovvero la necessità di scongiurare mediante misure cautelari ed interdittive l’operatività del gruppo criminale che avrebbe potuto delinquere in maniera analoga anche in relazione al Decreto flussi 2023.

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