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Cronaca

Don Luca Favarin: «Donna incinta di otto mesi, italiana, abbandonata per strada. Si è persa l'umanità»

Il parroco denuncia: «L’uomo da cui viveva l’ha ripetutamente picchiata e apostrofata volgarmente tanto che i vicini non hanno potuto che accorgersi di quanto stava accadendo»

Lo ha denunciato sulla sua pagina Facebook, don Luca Favarin, l’episodio che ha coinvolto una donna, italiana, giovane e incinta di otto mesi.

Fatti

La sera di mercoledì 24 luglio la situazione è degenerata. Se già il giorno prima c’era stata la visita di una pattuglia della polizia allertata da don Luca Favarin, messo a conoscenza della situazione, la sera dopo è intervenuto direttamente recandosi in loco in un’abitazione di Padova.

Don Luca

Racconta don Luca Favarin: «Stiamo parlando di una ragazza incinta di otto mesi, italiana - sottolinea più volte - che è stata picchiata dall'uomo con cui divideva la casa. Chiamata la questura, quando gli agenti sono arrivati, dopo aver parlato con l’uomo, sono saliti con entrambi, l’hanno invitata a raccogliere le sue cose e a uscire dall’abitazione. La casa evidentemente è dell’uomo, ma si può lasciare una donna in quelle condizioni?». Poi aggiunge, con tono di chi rimane sbigottito di fronte a qualcosa che non accetta: «La scena si è conclusa con la polizia che è andata via e che l’ha lasciata in strada con le sue cose. Non è certo la polizia che poteva risolvdere il problema, ma qualcuno dovrà pur pensarci». 

Albergo

A quel punto Don Luca ha deciso di pagare un albergo dove è stata collocata per un paio di giorni, ma è chiaro che non può essere questa la soluzione. «Gridano prima gli italiani e poi lasciano una donna per strada - afferma facendo evidentemente riferimento ad alcuni slogan - ma al di là del colore della pelle, c’è una umanità che finisce per non avere più speranza. E ce n’è un’altra che ha perso l’umanità. Non è neppure il problema della polizia, ma manca una rete territoriale che si prende cura dei poveri. Mancano di certo risorse, ma ci vogliono anche le intenzioni. E parlo del Paese, è l’ l’immagine dell’Italia che lascia per terra e per strada chi ha bisogno. Gente che subisce violenze e ingiustizie, questa non è più l’Italia che tende una mano. La maggior parte delle persone, dei vicini, nel caso specifico, invece che intervenire ha abbassato la tapparella. Poi per fortuna qualcuno ha deciso di avvertirci. Credo sia giusto pensare che non tutto è perso, ma la percezione oggi che manchi la pietà, la voglia di aiutare, la capacità di comprendere una situazione di difficoltà al netto di tutti gli stereotipi e le paure».

Alibi

Sotto il post e la foto della donna, che non si vede ovviamente in viso, che ha pubblicato Don Luca Favarin, frequente il commento, negativo, di chi punta il dito contro di lei perché ha in mano una sigaretta nonostante sia incinta di otto mesi:  «E’ la prova che di fronte a un tema importante, c’è chi svia e sposta l’attenzione su un particolare che scarichi la responsabilità alla donna. Di fronte a una scena drammatica si cerca subito un alibi per trovare una spiegazione rassicurante. La foto potevo farla senza sigaretta, ma siccome capita sempre così, che si crea questo tipo di meccanismo, ho voluto andare fino in fondo e per questo ho scelto di pubblicare la foto con la sigaretta». Si spieghi meglio, chiediamo a Don Luca: «Se fuma non ha cura di sé e neppure del bambino che porta in grembo. Un paradigma quasi scontato. Se ci pensiamo, è l’evoluzione di una sottocultura che giustifica lo stupro solo perché una donna indossa una gonna più corta. Non è vero? E’ lo stesso tipo di meccanismo».

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