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Cronaca

Allarme droga: "L'eroina non è tornata, c'è sempre stata. Ma ora la consumano già a 12 anni"

La cronaca ci impone sempre più di parlare di tossicodipendenza, soprattutto legata al consumo di eroina: ecco la testimonianza shock di un operatore di strada

Armando Filippin è operatore di strada. Fa parte di  “Noi associazione famiglie padovane contro l’emarginazione e la droga”, è una delle associazioni più longeve per quanto riguarda il contrasto alla tossicodipendenza.

Gli anni Novanta

“Quando una quindicina di anni fa andavamo a far suonare i ragazzi nei parchi, o a fargli fare altre attività per tenerli lontani da certe pericolose tentazioni, eravamo di fronte a giovani che consumavano droghe sintetiche, nei rave, nelle “feste proibite” e che usavano l’eroina per bilanciare gli effetti delle sostanze prese per in quelle situazioni. Oggi è il fenomeno ha avuto dei cambiamenti ma il problema dell’eroina tra i giovani c’è sempre stato. Negli ultimi tempi si registra un avvicinarsi precoce da parte di giovanissimi alle sostanze in generale, ma in particolare all’eroina. Se la gente allora sniffava per compensare quanto assunto in precedenza, oggi quell’elemento viene a mancare ma rimane il consumo con altre modalità. Oggi il passaggio non è più graduale, non si può più neppure fare il solito facile e banale ragionamento del passaggio dallo spinello alle siringhe. Oggi questo viene a mancare perché si passa, a dodici o tredici anni, direttamente dalla prima sigaretta a quella con dentro l’eroina”.

Tossici precoci

Dodici, tredici anni, chiediamo: ma non è un po’ esagerato? “Ci sono ragazzi che a 12, 13 anni si fanno già le sigarette con l’eroina, che ripeto, non è mai scomparsa. Tanti progetti in questi anni sono stati fatti ma l’approccio è sempre manicheo e puritano. Anche come linguaggio, come comunicazione, è spesso sbagliata o i progetti informativi e preventivi durano un anno o due, ma se non gli si dà continuità non servono a nulla. Poi i comuni hanno smantellato le unità di strada e i servizi sociali. Anche l’azienda sanitaria piuttosto che investire 60.000 euro in una unità di strada fa altre scelte che poi le costeranno molto di più in termini di cura. Pensiamo alla differenza che c’è, anche di costi, tra le campagne e i servizi di prevenzione e curare un malato di Aids”.

La poltica e i tabù 

E la politica? “C’è molta miopia da quel punto di vista, se ne parla solo se c’è convenienza politica. Quindi di solito solo quando ci sono le elezioni. Oggi più che mai i ragazzi sono lasciati a loro stessi. La vedo dura astenersi da certi comportamenti visti i modelli che gli vengono inculcati”. Spesso si fa ricadere il problema dello spaccio solo sugli stranieri: “Ci sono masse di clandestini che sono inchiodati sul territorio per cui abbiamo una gran quantità di povera gente, incastrata in questa situazione assurda, senza permesso di soggiorno, che diventa prima di tutto facile manovalanza col rischio addirittura che finiscano tossicodipendenti. Un ulteriore problema è che essendo irregolari non possono neppure rivolgersi ai servizi. A quei pochi rimasti”.

Tutto a portata di mano

Procurarsi una dose non è diffcile, chiunque lo può fare: “Questo fa anche sì che ragazzini si muovono un attimo e possono trovare a portata di mano tutto quello che vogliono. A basso costo. La filiera che lavora attorno alle questioni delle tossicodipendenze è stata impoverita, depotenziata”. Voi fate ancora le vostre attività in strada? “Poi i comuni hanno smantellato le unità di strada, dove c'erano, privando di un prezioso supporto per iservizi sociali, e delegando all'iniziativa volontaria delle associazioni che ancora si interessano di emarginati e senza dimora. Ormai da un decennio anche l’azienda sanitaria piuttosto che investire 60.000 euro in una unità di strada proffessionale ha fatto altre scelte che poi costeranno molto di più intermini di cura. Pensiamo alla differenza che c’è, anche di costi, tra le campagne e i servizi di prevenzione e curare un malato di Aids”. Tutto questo nonostante nonostante l'ottimo modello di collaborazione messo in essere ormai da molti anni tra il Dipartimento per le Dipendenze e le realtà del Privato Sociale, con in prima fila Noi Associazione Famiglie contro l'Emarginazione e la Droga – Onlus.” Vi occupate anche di senza dimora qundi: “Anche tra i senza fissa dimora ci sono tossicodipendenti. Si tende a voler dividere e discriminare tra aventi e non aventi diritto. Il giro di vite delle forze dell’ordine è una coperta che tiri da una parte e scopre dall’altra, quindi, da solo, non è mai risolutivo. Poi ripeto, rispetto a questi temi c’è troppa ipocrisia e spesso poca competenza”.

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