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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Piove di Sacco

Spaccio nella Bassa Padovana: sgominata banda di pusher, sette gli indagati

I territori di spaccio erano queli di Monselice, Solesino, Pozzonovo, San Pietro Viminario, Conselve, Tribano e Solesino. Le cessioni avvenivano soprattutto in prossimità di esercizi pubblici e luoghi di aggregazione giovanile. Nei guai anche un odontotecnico

Nella prima mattinata di sabato i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Piove di Sacco e della stazione di Agna, a conclusione di una complessa e articolata attività investigativa, hanno neutralizzato un fiorente flusso di cocaina e di altre sostanze stupefacenti, che giungevano direttamente nella Bassa Padovana, procedendo all’arresto in flagranza di reato di 2 soggetti e dando esecuzione ad un provvedimento cautelare a carico di altre 7 persone.

LA RETE DI SPACCIO.

Le indagini, sono partite nell'ottobre 2015 quando i militari della stazione di Agna, monitorando gli spostamenti di vari assuntori di stupefacenti, hanno individuato in E.A., 40enne, il punto di riferimento per lo smercio della cocaina a livello locale. La conseguente attività investigativa ha portato all'individuazione di una serie di altri complici del grossista, che curavano la capillare diffusione di cocaina, ma anche di marijuana e hashish nelle piazze di spaccio locali. I territori di spaccio erano queli di Monselice, Solesino, Pozzonovo, San Pietro Viminario, Conselve, Tribano e Solesino. Le cessioni avvenivano soprattutto in prossimità di esercizi pubblici e luoghi di aggregazione giovanile, dove gli spacciatori erano soliti avvicinare gli assuntori proponendo loro l’acquisto di droghe. Da segnalare la particolare conoscenza del territorio dimostrata dai membri della banda, che erano soliti spostarsi con disinvoltura nella strade secondarie, utilizzando sovente autovetture diverse, convinti di poter così eludere con maggiore agevolezza i controlli. I prezzi per ogni singola dose di cocaina andavano dai 40 ai 50 euro, a seconda della frequenza degli acquisti.   

PROVVEDIMENTI.

È stata quindi disposta la misura cautelare dei divieto di dimora in Veneto nei confronti dei cittadini marocchini E.A. 40enne e della moglie J.M., 37enne, entrambi residenti a Bagnoli di Sopra, B.E., 43enne di Piacenza d’Adige, M.S. 29enne di Terrassa Padovana ed E.F., 31enne residente a Solesino, ai quali si andava ad aggiungere S.D., donna 20enne di origini romene domiciliata a Rovigo. Nel contesto delle indagini, emergeva inoltre la figura dell’odontotecnico B.M., soggetto facente capo alla banda, che si occupava anch’egli dello spaccio al dettaglio della cocaina, il quale curava materialmente le consegne della droga, sia all’interno del proprio ambulatorio di Tribano, sia nelle sale giochi ed esercizi pubblici della zona di Monselice. Veniva inoltre applicato l’obbligo di dimora e di firma a carico di B.M., 52enne, odontotecnico di Ospedaletto Euganeo, sottoposto alle indagini nell’ambito dello stesso procedimento penale. Spesso il sodalizio si serviva anche delle due donne indagate per trasportare lo stupefacente, che veniva occultato con accortezza sotto i loro vestiti. Altro accorgimento che veniva utilizzato per lo spaccio era quello di indicare il quantitativo in grammi richiesto attraverso i giorni della settimana, per cui se un cliente ad esempio chiedeva un martedì (2° giorno della settimana) intendeva ordinare 2 grammi di droga.    

DUE ARRESTI.

Durante le fasi di esecuzione dei provvedimenti cautelari, i carabinieri hanno anche effettuato una serie di perquisizioni a carico di altri soggetti gravitanti nel medesimo ambiente di spaccio dei 7 indagati, attività che ha permesso di individua due spacciatori marocchini domiciliati in provincia di Verona. I due, M.M. 30enne e M.A, 37enne, sono stati sorpresi a Tribano intenti a gettare dal finestrino di un'Audi A3 11 grammi di cocaina suddivisi in altrettanti dosi pronti per essere spacciati, che venivano però recuperati e sequestrati dai militari. Condotti nella stazione dei carabinieri di Agna, i due sono stati arrestati in flagranza di reato di detenzione di sostanze stupefacenti, quindi sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza, in attesa del rito processuale direttissimo.   

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