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Cronaca Saonara

Stop all’elettrodotto Dolo-Camin Terna: "Veneto a rischio blackout"

Il Consiglio di Stato blocca i cantieri, festeggiano cittadini, comuni e comitati per l'ambiente e il territorio della riviera del Brenta. Infuriata Terna: "Congelati 290 milioni di investimenti"

La realizzazione dell'elettrodotto da 380 kV Dolo-Camin, lungo l’asse idroviario Padova-Venezia, è stata bocciata dal Consiglio di Stato perché "il parere positivo del ministero dei Beni culturali sull’impatto dell’opera non è stato adeguatamente motivato". Festeggiano i Cat, sul piede di guerra invece Terna e Confindustria veneto.

COMITATI IN FESTA. Da Saonara a Mira i comitati brindano alla sentenza, dopo una lunga battaglia contro un'opera considerata dannosa  e deturpante per il territorio. Fra le ragioni del no l'altezza dei nuovi tralicci previsti, svettanti per una sessantina di metri e quindi visibili da chilometri di distanza al contrario di quelli attuali che non superano la ventina di metri. Inoltre, secondo il movimento, i campi elettromagnetici generati dal nuovo elettrodotto ad altissima tensione sarebbero enormemente superiori rispetto alle attuali linee elettriche a bassa e media tensione che insistono nel territorio di Saonara. Sotto attacco anche la destinazione dei proventi dell’opera, che a parere dei Cat non andrebbero a vantaggio degli utenti, ma si tradurrebbero solo in maggiori utili per gli azionisti di Terna, per il 70% privati.

LA REPLICA DI TERNA. L’operatore di reti per la trasmissione dell'energia elettrica si rivolta contro la sentenza che di fatto oltre a bloccare la realizzazione dell’elettrodotto Dolo-Camin, impone uno stop anche al cantiere per l’interramento delle linee del Vallone Moranzani, opera indispensabile per riqualificare l’area di Porto Marghera e realizzare un grande parco urbano a Malcontenta. In una nota l’azienda scrive: "La sospensione dei lavori congela 290 milioni di euro di investimenti, con conseguenze per oltre 50 imprese, numerose delle quali venete, e centinaia di lavoratori, tra appalti, subappalti e incarichi professionali. Impatti anche per gli utenti del sistema elettrico, costretti a rinunciare a 40 milioni di euro di risparmi derivanti dall’entrata in esercizio dell’opera", poi parla addirittura di "Veneto a rischio blackout" ricordando come la nostra regione sia quella con il più alto deficit energetico d’Italia.

DELUSA CONFINDUSTRIA. Dura anche la replica di Confindustria Veneto. "Un ennesimo caso in cui la macchina burocratica e l'apparato giudiziario dello Stato limitano le potenzialità di sviluppo delle imprese e del nostro territorio", commenta il presidente Roberto Zuccato. "La decisione del Consiglio di Stato - prosegue - è un atteggiamento ancora più grave visto che arriva in un momento in cui stiamo combattendo in prima linea una durissima battaglia per la sopravvivenza delle nostre aziende e dell'economia del nostro Paese. Abbiamo bisogno di uno stato amico, non di un'entità distante che sembra osservare con diffidenza e noncuranza le difficoltà che noi imprenditori dobbiamo affrontare quotidianamente per portare avanti le nostre attività".

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