rotate-mobile
Cronaca

Esami copiati all'università, le reazioni degli studenti sui gruppi Fb di Giurisprudenza

Cinquanta euro per dettare alla micro auricolare le risposte dell'esame di Procedura civile. Due 25enni denunciati dopo il blitz della polizia al Bo. Acceso dibattito tra gli studenti

Cinquanta euro per dettare alla micro auricolare le risposte dell'esame di Procedura civile. Il caso degli esami copiati a Giurisprudenza ha scatenato un acceso dibattito fra gli studenti della Scuola di Legge dell'università di Padova.

LE REAZIONI DEGLI STUDENTI. Le reazioni alla notizia dei due "colleghi" denunciati a seguito del blitz della polizia all'esame di venerdì scorso hanno infiammato le discussioni sui gruppi Facebook che raccolgono gli iscritti alla facoltà. La vicenda è particolarmente sentita dagli studenti, non solo perché vede coinvolta una compagna di corso, sorpresa a ricopiare su dettatura le risposte di uno degli esami più temuti, ma anche perché sono stati proprio degli studenti a denunciare quanto sarebbe accaduto, permettendo agli agenti di risalire alla giovane e al suo "suggeritore a pagamento".

L'UNIVERSITÀ: "GRAZIE AGLI STUDENTI CHE HANNO DENUNCIATO"

CONTRARI. Se tutti convengono sul fatto che "copiare" sia senz'altro un comportamento biasimevole, c'è chi è rimasto ugualmente rammaricato dalla decisione di segnalare una compagna di corso: "Non è corretto né morale neppure fare la spia", scrive qualcuno; "Questa ragazza è una nostra collega e, come tale, potrà aver provato il nostro stesso sconforto di fronte ad un esame che appare insuperabile", è un altro commento. In molti ritengono che far intervenire la polizia sia stato eccessivo: "Io non sarei così entusiasta - scrive una studentessa - è giusto punire, ma con delle notizie del genere ci rimettiamo tutti"; "Ma c'è davvero bisogno dell'intervento della polizia? Penso che basterebbe solo aumentare i controlli interni", scrive un altro.

Le reazioni degli studenti

FAVOREVOLI. Sono molti, però, a condividere a pieno il modo in cui è stata gestita la vicenda: "Credo che chi ha fatto la "spia" sia stato mosso dal senso di giustizia, quello che dovrebbe essere proprio di ogni cittadino, a maggior ragione se studente di giurisprudenza", scrive uno studente; "Chi sostiene che la colpa va attribuita a chi ha denunciato un reato secondo me dovrebbe abbandonare la facoltà di giurisprudenza", è il commento di un altro; "Io ringrazio chi si è esposto per denunciare. Era ora che si finisse con questo schifo", è un altro intervento; "L'aspetto grave della vicenda qui sta nel fatto che qualcuno ha cercato di farci un business su questa cosa", sottolinea un altro studente.

ULTERIORI INDAGINI IN CORSO. Proprio in questa direzione si muovono, infatti, gli ulteriori accertamenti che la squadra Mobile sta portando avanti. Il blitz di venerdì scorso ha permesso di identificare una studentessa che si è avvalsa del "pacchetto di copiatura", ovvero un micro auricolare, un ricevitore Bluetooth e un telefonino, e il giovane che, da casa, le stava dettando le risposte ai quesiti. L'ipotesi, però, è che il fenomeno sia ben più articolato e che dietro vi sia il coinvolgimento di altre persone, altri studenti, magari, che, sul sistema di copiatura a pagamento, avrebbero imbastito un vero e proprio business.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Esami copiati all'università, le reazioni degli studenti sui gruppi Fb di Giurisprudenza

PadovaOggi è in caricamento