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Cronaca

Esami copiati, l'Ateneo: "Grazie agli studenti, caso davanti alla commissione disciplinare"

Cinquanta euro per dettare alla micro auricolare le risposte dell'esame di Procedura civile. L'università di Padova: "Al termine delle indagini, ci attiveremo subito nelle sedi di Ateneo"

"Aspettiamo che la Procura svolga le indagini su quanto successo e poi, oltre alle eventuali conseguenze penali, porteremo il caso davanti alla Commissione disciplinare d’Ateneo - lo ha dichiarato Daniela Mapelli, prorettore alla Didattica dell’università di Padova, in merito al caso degli esami copiati alla scuola di Giurisprudenza - dal canto nostro, al momento, possiamo esprimere la soddisfazione di vedere la collaborazione dei nostri studenti. Da loro è venuta infatti la segnalazione di quanto sarebbe successo: segno evidente che c’è la voglia di giocarsi parte del proprio futuro correttamente, alla pari. Ed è questo l’animo della quasi totalità degli studenti che studiano nel nostro ateneo".

"PORTEREMO IL CASO DAVANTI ALLA COMMISSIONE DISCIPLINARE". "Per quanto riguarda la vicenda emersa - precisa Mapelli - si tratta di un fenomeno su cui avevamo già posto la nostra attenzione da qualche mese. Abbiamo infatti avuto una segnalazione generica, arrivata al presidente del Consiglio della scuola di Giurisprudenza, il professor Daniele Corletto, lo scorso dicembre. Segnalazione che abbiamo messo nero su bianco con un esposto alla Procura della Repubblica, così come fatto qualche giorno fa, quando è arrivata un’altra lettera, firmata da alcuni studenti, che ci segnalava un possibile caso di copiatura per un esame che si sarebbe svolto qualche giorno dopo. Ed è in quell’occasione che alcuni poliziotti in borghese hanno svolto la loro attività accertativa. Al termine dello svolgimento delle indagini, qualora venisse appurato quanto pare, cioè l’effettiva copiatura attraverso l’uso di auricolari, ci attiveremo subito nelle sedi di Ateneo".

I FATTI. Dopo la lettera inviata dagli studenti, venerdì scorso, all'esame di Procedura civile che si è svolto al Bo, si sono presentati anche alcuni agenti della squadra Mobile in borghese. Al termine della prova, i poliziotti hanno perquisito una studentessa veneta di 25 anni. La ragazza è stata trovata in possesso di un micro auricolare all'orecchio, di un ricevitore Bluetooth ad induzione agganciato ad una collana, e di un telefonino nascosto sotto gli abiti. Non c'è voluto molto per arrivare anche al nome del "suggeritore", un altro veneto, sempre di 25 anni. Per la giovane è scattata una denuncia per alterazione di prova d'esame, reato regolamentato dalla legge sul plagio. Il ragazzo che le ha dettato l'esame, invece, è stato denunciato per lo stesso reato, nonché per falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico e per truffa. Sono in corso ulteriori indagini volte a verificare l'eventuale coinvolgimento di altre persone. L'inchiesta intende far luce anche su episodi analoghi che si sarebbero verificati in passato.

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