Maxi evasione di Iva per 20 milioni Sei le persone in arresto per frode
Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite anche a Padova. Nel mirino un gruppo di imprenditori che controllava 2 società tra Modena e Reggio che si occupano di fabbricazione di materiale informatico
Sei persone sono state raggiunte da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, con l'accusa di associazione a delinquere in reati fiscali. Le ordinanze sono state eseguite dalla Guardia di Finanza a Modena, Reggio Emilia, Bologna e Padova, al termine di indagini nate lo scorso anno durante alcuni accertamenti fiscali su società che si occupano di fabbricazione di materiale informatico, con sede a Modena e Reggio Emilia.
MAXI EVASIONE. La procura di Modena ha infatti appurato l'esistenza di una maxi frode fiscale sul versamento dell'Iva, per una cifra pari a circa 20 milioni di euro. Le sei persone arrestate erano nomi già noti alla magistratura, dal momento che figuravano come mandanti di un'altra grande operazione anti-evasione, denominata Avatar, che lo scorso luglio aveva permesso alle fiamme gialle di denunciare ben 20 persone.
MECCANISMO FRAUDOLENTO. Proprio durante le verifiche fiscali dello scorso anno erano sorti i sospetti attorno alle due società che oggi sono accusate di aver evaso il pagamento dell'Iva. Il meccanismo era abbastanza semplice e faceva leva su una specifica normativa che concede alle imprese che esportano all'estero di acquistare beni e servizi senza pagare l'imposta, ovviamente entro un certo limite (plafond Iva). Ma gli imprenditori in questione, pur non versando l'Iva ai propri fornitori, vendevano i prodotti in Italia, intascandosi l'imposta.
ARRESTI, DENUNCE E SEQUESTRI. Le due società erano affidate a prestanome e il denaro frodato all'Erario finiva poi sui conti degli imprenditori mandanti attraverso la più classica emissione di fatture false o operazioni di finanziamento fittizie. Oltre ai sei arresti, la Guardia di Finanza ha notificato anche nove denunce a piede libero e sequestrato beni agli indagati per un valore di 17 milioni di euro.