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Cronaca

Femminicidio nel Vicentino, l'assassino è un 38enne padovano: si spara prima dell'arresto

L'uomo le avrebbe sparato a seguito di un litigio. A scoprire il cadavere della 21enne è stato il compagno rientrato a casa

Un altro femminicidio nel Vicentino. Dalle prime indiscrezioni sembra che il killer sia padovano.

Il femminicidio

Mercoledì 15 settembre Alessandra Zorzin, 21 anni, di Montecchio Maggiore (Vicenza) è stata uccisa con un colpo di pistola verso l’ora di pranzo. A scoprire il cadavere è stato il compagno, un 28enne, di rientro a casa nel pomeriggio. Alcuni testimoni dicono di aver visto scappare un uomo a bordo di una Lancia Y nera: si tratterebbe, secondo le prime ipotesi, di una guardia giurata di Padova di 38 anni, conosciuta da poco dalla vittima. Tra i due sarebbe scoppiato un litigio. Le forze dell’ordine stanno indagando.

Aggiornamento delle 21.44

L’assassino di Alessandra Zorzin è Marco Turrin, 38enne di Vigodarzere, di professione guardia giurata. I carabinieri hanno concentrato subito le indagini su di lui. In serata la sua auto è stata individuata nella zona di Creazzo (Vicenza) ed è stata fermata a Vicenza Ovest da due pattuglie di carabinieri e polizia. Turrin, capendo di essere stato ormai scoperto, si è sparato. Inutili i tentativi di rianimazione: è morto poco dopo.

La fiaccolata

La sera in cui Alessandra Zorzin è stata uccisa era prevista una fiaccolata a Noventa Vicentina (Vicenza) in ricordo di un’altra vittima di femminicidio, originaria di quel paese, Rita Amenze. Tremila persone hanno sfilato silenziosamente e non sono mancate le critiche alle istituzioni. Due giovani ragazze hanno puntato il dito contro la Prefettura e la Questura: «I giornali riportano che in passato fosse stato segnalato per avere esploso per sbaglio un colpo dal momento che il suo revolver era senza sicura. Se questa versione è vera allora perché a Padova Prefettura e Questura non hanno disposto il ritiro dell'arma e quello delle licenze da guardia giurata? Perché questo lassismo con le armi? Perché la norma che ne permette il porto non viene inasprita prevedendo ferrei e incessanti controlli non solo sui precedenti ma anche sul piano attitudinale? Chi fa la guardia giurata dovrebbe lasciare la pistola o le pistole sul luogo di lavoro, non portarle in giro. Troppo facile parlare fumosamente di femminicidio infinito senza rimuovere quando possibile alcune delle cause alla base degli assassini. E poi perché non si dice quanto poco comuni e la Regione Veneto spendono per i centri di assistenza? E perché non si dice se il lavoro dei centri antiviolenza avviene in maniera efficace oppure no?».

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