Festival del cinema, Giralucci: “Vi racconto il mio film Sfiorando il muro”
La nota giornalista di Padova sarà fuori concorso nel prossimo Festival del cinema di Venezia con il suo documentario che racconta la violenza e gli scontri politici degli anni '70 in cui perse la vita anche il padre Graziano 29enne agente di commercio
Capire il perché di tanta violenza, e come mai tanta violenza potesse essere considerata all’epoca quasi “normale” in certi ambienti e per certe persone.
LA STORIA. E’ con questo obiettivo che Silvia Giralucci, nota giornalista di Padova già autrice del libro “L’inferno sono gli altri”, ha voluto raccontare in un documentario quei drammatici anni, gli anni Settanta delle violenze, della furia cieca politica.
LA MORTE DEL PADRE. Anni in cui Silvia ha subito la morte del padre: allora Graziano era appena un 29enne agente di commercio che si è trovato vittima di un assalto alla sede dell’MSI-DN di Padova in via Zabarella. Insieme a Giuseppe Mazzola, Graziano fu il la prima vittima delle Brigate Rosse.
UN DOCUMENTARIO PER CAPIRE. Quel giorno ha cambiato la vita anche a Silvia che dopo il libro ha voluto raccontare quegli anni nel documentario “Sfiorando il muro”. "Ho cercato in questi anni - dice Giralucci - di capire come negli anni '70 la violenza potesse essere considerata così normale. Una ricerca dolorosa perché mi ha portato ad incontrare persone che magari il loro passato lo hanno archiviato, nascondendolo anche ai figli, e hanno trovato invece davanti una persona che del padre non ha immagini né ricordi e vuole che la aiutino a ricostruire, riempire un vuoto.
CERCARE UN PERCHE'. "Quale sia il perché non si sa: forse l'incoscienza giovanile, la convinzione che la rivoluzione fosse davvero dietro l'angolo e quindi gli assalti, le molotov, gli attentati, i morti fossero necessari come in ogni rivoluzione; riconosco “il sogno” di quei ragazzi di Autonomia ma anche l'influenza dei cattivi maestri che hanno pagato tanto poco".
