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Venerdì, 19 Aprile 2024

Una folla commossa per l'ultimo saluto a Mattia Caruso. Don Paolo: «La vita è un dono di Dio»

«La vita è un dono di Dio che non può essere sprecato», ha detto il sacerdote durante la predica. «La madre di Mattia mi ha detto che prova compassione per i genitori di Valentina». Al termine della messa su un maxi schermo foto e immagini per ricordarlo

Erano forse mille, ma difficile da stabilire con certezza il numero dei presenti, alla celebrazione del funerale di Mattia Caruso, il non ancora trentunenne ucciso da una coltellata al cuore dalla compagna, Valentina Boscaro.

E alla fine, quando i palloncini bianchi e rossi che centinaia di persone tenevano tra le mani sono stati rilasciati in cielo, forse è suggestione e forse no, a un certo punto, una volta in alto, hanno proprio preso la forma di un cuore. Ma andiamo per ordine nel raccontare una giornata contraddistinta da tante lacrime e dolore, ma mai da rabbia. Quando erano le 14 e 45 il piazzale era già ricolmo di gente che però non sostava davanti la scalinata ma andava a formare un ferro di cavallo per lasciare spazio all’arrivo del feretro scortato dai famigliari.

Una funzione che può esser divisa in due parti, quella cattolica svoltasi nella chiesa di Mandriola ad Albignasego e una più laica nel piazzale antistante la chiesa dove da un grande schermo è stato proiettato un video che ha ripercorso le tappe della giovane vita di Mattia. La cerimonia religiosa è stata celebrata da don Paolo che ha lasciato al giovane cugino del defunto l’onere di aprire la cerimonia. E il ragazzo ha saputo sia trasmettere il forte legame che li univa ma anche la confidenza che c’era tra loro. «Sei diventato perfino famoso, Zio», ha detto scherzando a un certo punto, ma facendo intendere quanto forte l’attenzione mediatica che ha investito la sua famiglia stia anch’essa condizionando i loro giorni. Si captava il dolore di un ragazzo giovanissimo investito da qualcosa dalla quale non si può più tornare indietro. Dopo di lui la nipote di Mattia ha letto invece un ricordo della madre, Rosanna Russo. Quasi in disparte, attorniata dai famigliari, si confondeva tra loro. La sua una presenza forte, anche se mai manifestata platealmente e con una dignità encomiabile. Parla poco la mamma di Mattia, ma basta uno sguardo per tentare di immaginare anche solo cosa può provare una donna che perde un figlio. 

Don Paolo ha pure citato una frase che la signora Russo in Caruso ha pronunciato nell’incontro che hanno tenuto il giorno prima in canonica. «Provo compassione per i genitori di lei», ha detto al sacerdote la madre di Mattia. Nella sua predica, Don Paolo, ha fatto leva sul principio cristiano della vita, un dono che non può essere sprecato. «A maggior ragione se si è giovani. La vita è un impegno, ma anche una responsabilità», ha detto durante la predica. E diceva queste cose guardando sia i famigliari che i tantissimi giovani che assiepavano la chiesa o che ascoltavano da fuori. «So che molti di voi non credono e non sono soliti pregare, ma nella fede in Cristo, nel vangelo, ci sono tutte le risposte».

Di fronte la bara di color chiaro contente il corpo di Mattia, dei fiori bianchi, una foto di lui felice al mare e il cero pasquale. Nella chiesa il silenzio rotto solo dalle parole dell’officiante. Terminata la funzione in cui forte anche la compente canora alimentata da un coro che era posizionato dietro l’altare, amici e cugini hanno caricato in spalla la bara per portarla di fronte a un grande schermo allestito dagli amici di Sherwood che si sono anche occupati del montaggio del video, della musica e di mettere a disposizione un microfono da cui la sorella della vittima, Melinda, ha ringraziato tutti i presenti per affetto e vicinanza. Sulle note di «Portami a ballare» di Tiziano Ferro le fotografie di Mattia piccolino e spensierato. Sulle note di Mace, Noyz Narcos e Franco126 è stato invece il momento di Mattia adolescente e felice. Infine una improvvisata processione ha scortato il feretro fino al cimitero di Albignasego.

Tra i tantissimi presenti, famigliari giunti da tutta Italia, amici, colleghi anche tanti ex compagni di scuola di elementari e medie. Tra questi anche una visibilmente commossa Elena Cappellini. «Tutte le volte che vengono in mente ricordi di quei tempi, non si può non nominare Mattia. Non ci posso credere che non ci sia più», ha detto quasi sottovoce e visibilmente commossa, la consigliera comunale.

Poco distante un bambino molto piccolo si rivolge alla madre in lacrime e con la capacità che solo gli innocenti hanno, ha trovato la sintesi migliore di un pomeriggio in cui si sono versate lacrime dall’inizio alla fine: «Mattia non lo rivedremo più?», ha chiesto con la sorpresa di chi ha scoperto qualcosa che rifiutava di accettare. Non ha avuto una risposta ma un abbraccio che si è sciolto nelle lacrime dei due. Forse l’immagine più chiara di che pomeriggio è stato e di quello che a tutte queste persone aspetta da domani: una vita senza Mattia.

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