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Cronaca

Frode fiscale e truffa: indagate venti persone, sequestrati 39milioni a diciannove società

L'indagine condotta dalla Procura di Roma si concentra su agenzie che hanno fornito circa 1400 badanti in tutto il Veneto, in due anni, operanti a Vicenza, a Dolo e Camposampiero

I finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 39 milioni di euro, nei confronti di 19 società. Venti persone sono invece indagate per frode fiscale. A spiegare cosa sta emergendo dalle indagini condotte dalla Procura di Roma è il capitano Stefano Rizzello del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza. «L'indagine si concentra su agenzie che hanno fornito circa 1400 badanti in tutto il Veneto, in due anni, operanti a Vicenza, a Dolo e Camposampiero. Dietro a queste agenzie però si celavano in realtà società cooperative che inquadravano la manodopera ma evadevano il costo del lavoro. Non erano di fatto inquadrate nella società che gestiva le agenzie». Il meccanismo era in fondo semplice. «La cooperativa che assumeva, fatturava all'agenzia che a sua volta fatturava alla famiglia che acquistava il servizio. Il costo del lavoro gravava così alla cooperativa a monte che lo evadeva completamente. Sul mercato erano quindi altamente concorrenziali. Per questo hanno dominato il mercato in Veneto, per diversi anni».

Sedi fittizie

«Le cooperative - spiega il Capitano Rizzello - avevano tutte sede legale a Roma e operativa a Milano, totalmente fittizie. Mentre la società che è di Padova che gestiva l'agenzia, IdeaBadanti, è esclusa dall'indagine. Non sono state rilevate condotte penali nei loro confronti. Ma l'attenzione della Procura di Roma è stata tutta per le società della Capitale». Il meccanismo per evadere il fisco non era così complicato. «E' uno schema abbastanza semplice che si è avvalso di esperti professionisti. C'è un imprenditore, un commercialista, un ragioniere e anche un vice presidente di un banca. Di base i soggetti che amministravano le cooperative erano dei prestanome». 

Prestanome

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Schio, hanno tratto origine dalla presentazione di un esposto, presso il Reparto, da parte di una badante attiva nell’altovicentino, la quale segnalava di essere stata costretta, da un dipendente di un’agenzia di Padova, a corrispondere una somma di denaro all’atto dell’assunzione e della percezione del primo stipendio. I successivi accertamenti dei militari permettevano di far luce su una vasta frode fiscale che si celava dietro l’operatività di tale agenzia. Nonostante questa fosse il front office sul territorio per la fornitura di manodopera, le badanti erano formalmente inquadrate all’interno di Società Cooperative, con sede legale a Roma e operativa a Milano, ma di fatto inesistenti. Esse, difatti, evasori totali, erano formalmente amministrate da soggetti prestanome; inoltre, le sedi romane e milanesi dichiarate sono risultate del tutto fittizie (in alcuni casi, il numero civico era persino inesistente).

17 società

Sono state individuate 17 Società Cooperative attive in tutto il territorio nazionale in svariati settori economici di fornitura di manodopera: al loro interno non erano inquadrate solo badanti, ma anche infermieri, personale paramedico, autotrasportatori, braccianti stagionali e operai edili, per oltre 3.000 posizioni lavorative comunicate, risultate tutte irregolari. Sul territorio veneto spiccava l’operatività della principale società cooperativa che in pochi anni ha inquadrato oltre 1.400 badanti attraverso le collegate agenzie di Padova, Vicenza, Camposampiero (PD) e Dolo (VE), realizzando un volume d’affari di oltre 5 milioni di euro.

Credito 

Le società cooperative hanno ricevuto e utilizzato in dichiarazione, ai fini I.V.A., fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per 27 milioni di euro emesse da parte di due società di capitali attive nel settore immobiliare, qualificabili come imprese cartiere, le quali a loro volta, prive di struttura economica operato in spregio degli obblighi dichiarativi e di versamento; in alternativa, le Cooperative hanno artificiosamente inserito nei Modelli I.V.A. operazioni passive del tutto inesistenti. L’ingente credito I.V.A. conseguito con i modelli fraudolenti o infedeli è stato impiegato per la sistematica compensazione c.d. “orizzontale”, tramite Modello F24, delle ritenute I.R.Pe.F. operate sulle retribuzioni dei lavoratori, nonché dei debiti previdenziali e assicurativi riferiti a tali rapporti. In alternativa, i fittizi crediti d’imposta sono stati ceduti, a titolo oneroso, a soggetti giuridici terzi, accomunati dal pesante indebitamento con il Fisco, realizzando una monetizzazione del profitto della frode fiscale. Complessivamente, sono state individuate indebite compensazioni per oltre 8 milioni di euro.

Lidea Srls

Il legale della società Lidea Srls, l’avvocato Roberto Staro, ci ha tenuto a precisare che «i suoi assistiti sono completamente estranei ai fatti e di non essere stati interessati da alcuna indagine da parte degli inquirenti». Sempre attraverso il legale, «la società Lidea Srls conferma di avere sempre operato nel pieno rispetto della legge al solo fine di garantire il miglior servizio possibile ai propri clienti».

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