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Cronaca

Maxi furto di endoscopi all'ospedale di Padova, casi in tutta Italia: mercato nell'Est

Anche lo Sco, il servizio centrale operativo della polizia di Stato, si sta occupando del fenomeno criminale. Numerosi i colpi simili messi a segno nell'ultimo periodo. Le strumentazioni potrebbero essere rivendute a strutture sanitarie dei paesi dell'Est europeo

Un fenomeno criminale che sta mietendo, negli ultimi mesi, vittime tra una quindicina di ospedali italiani. Costose strumentazioni sanitarie del valore di centinaia di miglia di euro che in una notte vengono razziate, probabilmente per prendere la strada dei paesi dell'Est Europa dove, nonostante questi apparecchi abbiano dei codici che li identificano in modo univoco, usciti dai confini nazionali, sarebbero facilmente rivenduti ad altre strutture sanitarie. Il caso dei trentadue endoscopi per un valore di 600mila euro rubati, il 12 febbraio, dall'ospedale di Padova, è finito quindi, assieme agli altri colpi simili, all'attenzione dello Sco, il servizio centrale operativo della polizia di Stato, che sta facendo da collettore, tra le forze dell'ordine che in tutta Italia stanno indagando su questo genere di furti altamente specializzati, per riunire gli sforzi investigativi e individuare gli autori che potrebbero appartenere a un'unica banda in grado di muoversi trasversalmente sul territorio nazionale.

UTENZE TELEFONICHE. Al vaglio della Squadra mobile euganea, anche le utenze telefoniche agganciate dalle celle gravitanti in zona ospedali nella notte del furto, un lavoro certosino e smisurato per via della mole di conversazioni che nel fine settimana abitualmente si registrano in un luogo così frequentato di una città come Padova. Dati che, però, incrociati con quelli rilevati negli altri capoluoghi finiti nel mirino, potrebbero portare a utili riscontri investigativi.

NESSUN BASISTA INTERNO. Se in un primo momento le indagini si erano concentrate sul personale tecnico che aveva accesso agevolemente ai laboratori in cui sono avvenute le razzie (anche lo scorso ottobre a Padova erano stati rubati endoscopi per 300mila euro), ora la figura anche solo di un basista non viene ritenuta fondamentale dagli inquirenti per la realizzazione dei colpi, data l'assenza di un sistema di allarme e sorveglianza dei reparti derubati, in cui quindi anche un esterno avrebbe potuto senza non troppe difficoltà farsi strada per accedere.

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