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Cronaca Cinto Euganeo

Bagni e termosifoni sradicati da villa Rodella in "assoluta buona fede": Galan scagionato

L'episodio risale a un anno fa, quando dall'abitazione di Cinto, confiscata in seguito alle faccende giudiziarie dell'ex governatore, risultavano spariti i beni. Era stato indagato con la moglie

"Mancanza di dolo" e "assoluta buona fede". Queste le motivazioni chiave che hanno portato la procura di Rovigo a scagionare Giancarlo Galan e la moglie Sandra Persegato, accusati per sottrazione o danneggiamento di beni sottoposti a sequestro. L'episodio risale a un anno fa, quando da villa Rodella, a Cinto Euganeo, confiscata in seguito alle faccende giudiziarie del caso Mose dell'ex governatore, risultavano spariti, durante il trasloco, termosifoni e sanitari, lasciando di fatto l'edificio inagibile.

COLPA DELLA MOGLIE. Galan aveva dichiarato che la colpa di quanto accaduto era della moglie, che si era occupata di svuotare la casa. Versione confermata dalla consorte, che aveva sostenuto che aveva fatto tutto lei perchè lui, da poco travolto dallo scandalo Mose, si trovava in un momento particolare. Avevano poi anche sistemato i danni.

LIBERO A GENNAIO. La villa di Cinto era stata confiscata a seguito del patteggiamento (2 anni e 10 mesi) nell'ambito della vicenda Mose, per essere messa all'asta per consentire allo Stato di recuperare i 2,6 milioni di euro che l'ex governatore deve restituire. Nel frattempo, Galan, che attualmente è agli arresti domiciliari, tornerà un uomo libero il prossimo 2 gennaio. Salvo sconti di pena, che a seguito di questa archiviazione, potrebbero anche essergli concessi.

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