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Cronaca

Bitonci: "Io, sono per la famiglia naturale, non sono un omofobo"

Lunedì, in consiglio comunale a Padova, è stata approvata la mozione "Per vietare l’introduzione e la promozione nelle scuole della teoria del gender". Il sindaco: "I bambini devono avere una mamma e un papà"

È stata approvata lunedì, in consiglio comunale a Padova, una mozione dal titolo "Per vietare l’introduzione e la promozione nelle scuole della teoria del gender", a prima firma della consigliera Vanda Pellizzari Bellorini (lista Bitonci). Il sindaco Massimo Bitonci, nel corso della seduta, ha tenuto un intervento sulla famiglia naturale, ribadendo il secco "no", già più volte professato, a libri di testo "che insegnino teorie ‪gender‬ e che non tengano conto della natura dei nostri figli".

L'INTERVENTO DEL SINDACO: Guarda il video

BITONCI. Nel suo discorso, il primo cittadino ha voluto precisare di non ritenersi affatto "omofobo", ma di credere in un modello di famiglia formato da una mamma, un papà e dai loro figli, dove i ruoli dei genitori siano chiari e ben definiti: "Non sono contro le persone che dichiarano di vivere una relazione, pubblica o privata, con persone dello stesso sesso - ha sottolineato Bitonci - ma il fatto di insegnare ai bambini che esistono determinate situazioni è un'altra cosa, e non vedo il motivo di metterli a conoscenza di realtà diverse all'età di 5 anni. La famiglia, per me e per la nostra cultura, è quella 'naturale', e, prima che al diritto di certe persone ad avere dei figli, io penso al diritto dei figli di avere dei genitori".

ZAN. "Si tratta dell’ennesimo espediente del sindaco Massimo Bitonci e della sua amministrazione per distogliere L'attenzione dai reali problemi in città -  commenta Alessandro Zan, deputato padovano del Partito Democratico e attivista per i diritti civili - trasporti che non funzionano, collaboratori scolastici in rivolta, famiglie senza sussidi, piccole imprese costrette a chiudere i battenti, sicurezza inesistente: le criticità di Padova - prosegue il parlamentare - passano in secondo piano per lasciare posto alla grande bufala del gender, con la quale ormai da mesi si scatena un vero e proprio terrorismo psicologico ai danni dei genitori, che non vengono correttamente informati ma manipolati per fini politici di bassissima lega. Dopo la xenofobia, quale elemento migliore dell’omofobia per mascherare l’incompetenza e l’inadeguatezza di chi governa la nostra città?".

FAMA. "Quello che noi difendiamo, con il sindaco e con la maggioranza delle persone di buon senso, è il diritto dei bambini ad un’educazione libera, nonché il diritto dei genitori naturali di decidere come e in che tempi educare al rapporto con il proprio corpo e alle relazioni affettive i loro figli - dichiara  Francesco Fama, capogruppo della lista Bitonci sindaco - chi nega l’esistenza di una ideologia gender nega la realtà. Capisco la polemica politica, ma non sulla pelle dei bambini".

ARCIGAY. "Arcigay Tralaltro - scrive il circolo in una nota - si oppone fermamente a questa ennesima strumentalizzazione dei progetti informativi e di sensibilizzazione contro il bullismo omotransfobico e la violenza di genere, attuata dalla consigliera Pellizzari, nella mozione presentata in cosiglio, nonostante una sostanziale modifica del testo in extremis. Si legge, infatti, nella mozione in questione -spiega - che la giunta dovrà impegnarsi a 'vigilare affinché i genitori vengano informati dell’eventuale presenza all’interno del Piano di offerta formativa di progetti di educazione sessuale ed affettiva riconducibili alla cosiddetta teoria del gender'. tali progetti non hanno nulla di sovversivo di destabilizzante o di destrutturante - specificano - si tratta di iniziative di confronto, di condivisione e di sensibilizzazione attorno ai delicati temi sopra citati. La sostanziale modifica del testo - concludono - unitamente ad un accenno di dialogo con i nostri delegati da parte del primo cittadino Massimo Bitonci, rappresentano a nostro avviso un valido punto di partenza al fine di convivere con l'amministrazione locale".

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