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Cronaca

I genitori di Mauro Guerra: "Invece che l'imputato processano nostro figlio"

La madre Giusy: "Io mi sono resa conto oggi che il processo in atto è contro Mauro, non contro chi lo ha ucciso. E l'avvocato della difesa ha detto un sacco di bugie"

L’aula del tribunale di Rovigo era piena di gente. Fuori dall’edificio un folto numero di forze dell’ordine. Il clima era quindi particolare ma va detto che in aula non c’è stato nessun momento di tensione, neppure fuori. Prima dell'udienza si sono aperti degli striscioni, tenuti da amici e parenti. Ma nulla di che. Qualche sciarpa del Padova al collo di alcuni che sono venuti a sentire, per stare in qualche modo vicino alla famiglia. Accanto alcuni supporter del Brescia, lì per lo stesso motivo. Poi famigliari, amici e anche tanta gente comune. E un buon numero di giornalisti. 

Il dolore del papà, Ezio

Si sentono solo le parole di giudice e avvocati, attorno il silenzio. Ezio, il papà di Mauro che da quel 29 luglio 2015 non riesce a darsi pace, si è alzato qualche volte ed è uscito dall’aula. La sofferenza gli si legge in volto. Non verrebbe neppure voglia di chiedergli nulla, così facciamo. Lui stringendo forte la mano sussurra: “Sapevo che sarebbe stata dura, ma il dolore che ho dentro oggi ancora più grande. Le parole dell’avvocato Fratucello sono state come dei fendenti allo stomaco. Quante bugie sul mio Mauro…”.

La sorella e i tempi del processo

Elena, sorella di Mauro, è quella che ha dovuto prendersi carico di far conoscere la storia di Mauro, la storia di quel 29 luglio. “Troppo lunga la tempistica, non si può pensare che il primo grado arriverà non prima di tre anni e mezzo dal fatto. La prossima udienza sarà a metà luglio. Passa tantissimo tempo. E’ snervante, ma non molliamo”. Che ne pensi della decisione del giudice di ricusare la richiesta dell’avvocato Pinelli che aveva non solo sollevato l’incompetenza del giudice ma anche la modifica del reato in omicidio volontario?  “Quando il PM ha motivato la sua scelta non ha valutato in maniera approfondita i fatti di quel giorno. Limitarsi solo al momento dell’uccisione senza valutare ciò che è accaduto prima, con un abuso estremo da parte di quei carabinieri, non è giusto”. Cos’altro non ti ha convinta? “Quando il PM voleva escludere noi famigliari, sono rimasta proprio turbata. A noi non ci ha mai voluto sentire, non ci ha mai ascoltato. E ancora non vorrebbe sentire la nostra versione. Noi eravamo presenti in tutte le fasi di quel giorno”.

Giusy, la mamma: è un processo a mio figlio invece che a chi lo ha ucciso

Fuori dall’aula scambiamo due parole anche con Giusy, la madre di Mauro Guerra. Lei ha ascoltato tutto, senza mai alzarsi dal suo posto, tranne che per un piccolo momento mentre si aspettava di conoscere la decisione del giudice rispetto alle richieste degli avvocati della famiglia: “L’avvocato di Pegoraro ha detto tante cose che definire menzogne è poco. Stanno facendo solo un processo a Mauro, ed è solo la prima udienza. L’avvocato dell’accusa ha raccontato un sacco di bugie e ha tirato fuori episodi di dieci anni fa, cose di cui non sono neppure a conoscenza. Quindi non cose fondamentali per capire chi era Mauro, mio figlio. Credetemi. Eppure si cerca nel suo passato invece di occuparci dell’imputato, Pegoraro. Di lui sembra non ci sia bisogno di sapere nulla. Io mi sono resa conto oggi che il processo in atto è contro Mauro, non contro chi lo ha ucciso”.

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