rotate-mobile
Cronaca Stazione

"Pratiche di libertà nel paese sbagliato" il graphic novel in collaborazione con l'università di Padova

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PadovaOggi

È edito da BeccoGiallo, casa editrice padovana specializzata in fumetti di impegno civile, il libro "Mario Lodi - Pratiche di libertà nel paese sbagliato" che inaugura una collana di graphic novel dedicata ai maestri italiani - Mario Lodi, Danilo Dolci, Maria Montessori, Grazia Hoenneger Fresco, Alberto Manzi, Loris Malaguzzi, Gianni Rodari, Emma Castelnuovo, Margherita Zoebeli, Bruno Ciari, don Lorenzo Milani - che hanno cambiato il mondo dell'educazione e le molteplici forme di scuola.
Gli autori - Alessio Surian, insegna all'Università di Padova; Diego Di Masi, impegnato in progetti di ricerca sull'inclusione e la partecipazione in contesti educativi e sociali e Silvio Boselli, illustratore e insegnante di acquarello e editoria presso la Scuola Superiore D'Arti Applicate del Castello di Milano - raccontano in un fumetto il modello di scuola del maestro Mario Lodi fatto di ricerca, riflessione e partecipazione, dove non c'è mai un adulto autoritario ma autorevole.


Centocinquanta pagine realizzate sui toni dell'arancio che ho scoperto grazie al ritardo di amici che aspettavo. Nell'attesa ho preso a camminare in centro e mi sono ritrovata alla presentazione di questo libro.


"Mario Lodi - Pratiche di libertà nel paese sbagliato" è un libro, a mio avviso, ironico nella scelta dello stile del racconto illustrato, spesso visto come lettura di serie B proprio dagli educatori a cui è rivolto; ma è anche un testo che lascia l'amaro in bocca perché, non volendo, mette in luce le lacune pedagogiche dei nostri giorni.


Ho sempre più l'impressione che crediamo di sapere tutto sull'educazione e che non c'è più nulla di nuovo da scoprire. Quando ci rivolgiamo ai nostri ragazzi oscilliamo tra l'appagare il nostro bambino interiore e il soddisfare il nostro adulto egoista, con la conseguenza che ci illudiamo di rispondere ai loro bisogni ma in realtà soddisfiamo i nostri.


La mia esperienza di madre mi porta a pensare che l'unico modo onesto che abbiamo, per condurli all'età adulta, è quello di rispettarli come individui, fin da quando sono feto. Facendo lo sforzo di entrare noi nel loro mondo senza mai scimmiottarli, ma comportandoci come ospiti che si confrontano.


Non ho nessuno strumento per indurvi a procedere su questa strada però posso trascrivervi una frase di Mario Lodi e invitarvi a riflettere.


"I bambini arrivano in classe con un sapere: esplorando il mondo hanno imparato a osservare, a parlare e sviluppato spontaneamente un'enorme mole di conoscenze. Da lì bisogna partire, cominciando a non ignorare le cose che sanno e replicando il metodo con cui le hanno apprese. Un bambino che nasce ha nel pianto il primo strumento per esercitare la libertà di espressione, sa usarlo anche se non sa che esiste l'articolo 21".

Rossana Certini dal blog www.arredalamente.com

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Pratiche di libertà nel paese sbagliato" il graphic novel in collaborazione con l'università di Padova

PadovaOggi è in caricamento