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SICUREZZA

Risse tra ragazzini, Grassi: «Sono recuperabili. Andrò nelle scuole a dirimerli»

Il prefetto sta seguendo da vicino la vicenda e negli ultimi giorni ha parlato con più di 50 sindaci, a cui ha consegnato una lista di 1000 ragazzi da recuperare con i Servizi Sociali

«Non sono un sociologo, ma sono chiamato ad avere un ruolo di coesione sociale. Qui non c'è un problema di baby-gang, perché non parliamo di un'organizzazione criminale strutturata con capi e affiliati. C'è un problema di disagio giovanile e io in prima persona mi sono proposto per andare in ogni scuola a parlare con questi ragazzi». Sono le parole che il prefetto Raffaele Grassi ha rilasciato ieri ai tre quotidiani della città. Grassi sta provando ad arginare il fenomeno degli adolescenti della provincia, che attraverso i social si sfidano dandosi appuntamento nel centro di Padova per affrontarsi a mani nude. In questi ultimi giorni ha convocato circa 50 sindaci per fare rete con le varie istituzioni. Sono mille i ragazzi identificati nelle ultime tre settimane, che arrivano dai paesi a Padova con pullman e treni per poi sfidarsi in Prato della Valle.

Grassi

«In parte credo sia un danno collaterale del Covid, che ha rinchiuso questi ragazzi in casa davanti a smartphone e tablet - spiega il prefetto, Raffaele Grassi - perché riunirsi per fare a botte non ha nulla di ragionevole. Io credo che la vicenda vada affrontata con l'approccio della prevenzione, ed è per questo che ho istituito un osservatorio permanente per riunire le idee e capire come muoversi. Qui non c'entra la nazionalità, anche perché per metà sono italiani, ma la filosofia del branco e la perdita dei valori importanti». Come? «Bisogna far partire un percorso educativo - dice Grassi - magari iniziando anche dalle scuole, a cui ho dato tutta la mia disponibilità per presenziare in prima persona ad eventuali incontri».

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