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Cronaca

Chiude “Guariento e la Padova carrarese”: 56 mila visitatori

Successo di pubblico per la mostra organizzata dal Comune con il sostegno della Fondazione Cariparo. Visitatori anche dal Nord America. Il presidente Finotti: "Le mostre sono degli "attrattori turistici"

Chiusi i battenti a fine luglio, è già tempo di bilanci per la mostra "Guariento e la Padova Carrarese", capace di collezionare da aprile ben 56 mila visitatori, anche stranieri, persino dal Nord America. Un pubblico colto, motivato, preparato, che ha apprezzato la ricchezza della mostra, l'intelligente allestimento, scoprendo o riscoprendo un artista minore del Trecento ma non secondario, pittore di corte dei Carraresi, e la città in cui si è principalmente sviluppata la sua arte. Numerose le sedi espositive coinvolte: palazzo del Monte di Pietà, i Musei Civici agli Eremitani, palazzo Zuckermann, Casa del Petrarca ad Arquà e il Museo Diocesano.

CULTURA COME RISORSA. "Siamo di fronte ad un successo davvero importante – dichiara il sindaco, Flavio Zanonato - che ha visto la nostra città protagonista a livello veneto, italiano ed internazionale. I dati del turismo sono in forte crescita e questa mostra spiega come si tratti di risultati che non sono certo frutto del caso, bensì di una politica culturale attenta e dinamica che vede le istituzioni cittadine, pubbliche e private, capaci di unire le forze e di perseguire obbiettivi comuni. Per numero dei visitatori, provenienza, qualità, per l'interesse che questo evento ha destato tra i padovani, è un'esperienza che ci ha insegnato molto e che dovremo prendere ad esempio anche per il futuro. La cultura è una risorsa straordinaria per la nostra città, una delle chiavi per superare una crisi economica che dura da troppo tempo e per tornare a crescere".

MOSTRE “ATTRATTORI TURISTICI”. Importante il sostegno della Fondazione Cariparo che ha consentito di realizzare l'iniziativa. "Le mostre sono degli "attrattori turistici" – sottolinea il presidente Antonio Finotti - in alcuni casi risultano anche degli affari economici, ma prima di tutto sono, o dovrebbero essere, occasioni di approfondimento culturale e scientifico. Nell'accogliere il progetto, sapevamo di apprestarci ad una operazione essenzialmente culturale. Doverosa, importante e qualificante per la città. Il progetto ha avuto un importante risvolto sociale perché la gestione dei servizi in mostra, che abbiamo affidato ad una cooperativa, ha offerto un'opportunità lavorativa ad una quarantina di persone disoccupate, la maggior parte delle quali giovani laureati in discipline storico artistiche”.

PUBBLICO: L'IDENTIKIT. In generale il pubblico è stato di fascia culturale medio-alta o alta, persone studiose o semplicemente appassionate di arte e storia medievale, interessate a non perdere una esposizione che veniva percepita come irripetibile. Lo confermano le vendita dei cataloghi e delle audioguide, percentualmente molto alte. Entusiastici i giudizi che i visitatori, in più lingue, hanno lasciato sul libro degli ospiti.

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